“Travolti da un insolito destino” al Teatro Diana

RECENSIONE – “Travolti da un insolito destino”: un segno profondo nella cultura e nell’immaginario del nostro paese.
Le tensioni e contraddizioni influenzano le relazioni dei personaggi, in una ricollocazione socioculturale tardo capitalista. Negli anni più recenti, abbiamo assistito a cambiamenti significativi nei rapporti di genere e alla crescita di una nuova consapevolezza e prospettiva, soprattutto riguardo ai temi di sesso e razza, che ora assumono un ruolo centrale nella trama.
Nuove consapevolezze significa alimentare discussioni e, nel primo atto , ambientato su un lussuoso yacht, i personaggi principali, Raffaella e Toti, Raffaella e Gennarino e Gennarino e Pippo fanno prender vita a continui battibecchi. Una volta naufragati, Gennarino e Raffaella, la trasformazione nei rapporti di genere diventa una parte cruciale del dramma.
La storia di “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” rimane una narrazione di amore e lotta di classe, e nonostante gli spostamenti nell’ambientazione dal 1974 a oggi, la frattura che li separa rimane insuperabile.


Lo spettacolo non cerca di imitare il film della Wertmüller, ma piuttosto traduce la visione cinematografica in una performance teatrale. Euridice Axen e Giuseppe Zeno, mettono in gioco la loro fisicità, sudando, inseguendosi, combattendo e amandosi.
La Wertmüller sembra volerci dire, nel suo amaro epilogo, che l’amore da solo non basta e questa storia, a quasi mezzo secolo di distanza, continua a essere una potente allegoria dei conflitti ideologici, economici e di genere che attraversano la società umana.