“Perché parlavo da solo” di Paolo Bonolis: il libro in eredità ai suoi figli. L’intervista

Paolo Bonolis, showman televisivo di fama nazionale, il conduttore italiano più pagato in assoluto fra tutti, sta presentando in questi giorni il suo primo libro “Perché parlavo da solo”. Noi di Napoli a Teatro abbiamo avuto non solo il piacere di assistere alla sua presentazione presso il Teatro Diana, ma anche di intervistarlo e chiedergli… perchè parlava da solo.
Ci ha raccontato che il suo libro vuole essere un “diario di memorie” da tramandare ai suoi figli, in primis, e poi a tutti i suoi sostenitori ma anche oppositori. Conosciuto come un personaggio estremamente dotto, dalla lingua tagliente e super veloce, Paolo Bonolis in quello che sarà sicuramente un best seller, racconta aneddoti di vita passata, pensieri introspettivi e valutazioni sul futuro che verrà.
Ecco cosa gli abbiamo chiesto.
Il primo capitolo del suo libro si intitola “di padre in figlio”. Ci racconti: che rapporto ha avuto con suo padre?
“Ho avuto un ottimo rapporto con mio padre. Prima padri e figli si comportavano in maniera differente da come ci comportiamo oggi. Oggi siamo molto apprensivi, troppo presenti, sembra un po’ l’era dei bambini, si fa tutto per i bambini. In realtà noi si cresceva da soli fondamentalmente, consapevoli che lì c’erano un padre ed una madre pronti ad essere necessari laddove proprio non ce l’avessimo fatta. Ma dovevamo farcela da soli nelle varie cose della vita, questa è una profonda differenza. A mio padre ho voluto un sacco di bene, poi è morto, come moriamo tutti, non solo i nostri genitori, poi ognuno ha il suo setaccio interiore per elaborare il lutto. È però una cosa con cui dobbiamo fare i conti assolutamente ed è la più naturale. Pensi il contrario, quanto è innaturale quando un genitore perde un figlio . È un diritto ed un dovere elaborare il lutto ed affrontare la vita con quello che ci è stato lasciato”
Dunque quale valore sente di aver “preso” di più da suo padre e trasmesso ai sui figli?
“l’assoluta disponibilità alle persone che amava”
Abbiamo studiato un po’ la sua vita e con grande stupore abbiamo scoperto che a circa 12 anni ha fatto scuola di recitazione al fine di superare la balbuzie:
“No in realtà ho fatto teatro a scuola, mi era stato suggerito per superare questo problema e ce l’ho fatta”
Quindi possiamo dire che ha un  particolare rapporto con il teatro?
“Non essendo un attore non glielo so dire, io ho recitato quella piccola parte di cui non ricordo il titolo, due palle pazzesche per un ragazzino. Dovevo semplicemente dire la battuta “arrivano i soldati!” e non balbettai. Così capii alcune cose, alcune me le spiegarono e man mano la balbuzie è andata diminuendo. Ad oggi ancora si ripresenta talvolta, come in caso di nervosismo, stanchezza…”
Non si direbbe da quanto parla veloce:
Lo so ( sorride ndr ) adesso è migliorata tanto, però agli inizi era abbastanza complicato.
Visto che sembra lei abbia sempre l’ultima parola ( ha vinto un guinness dei primati per il maggior numero di parole dette in un minuto ) , qual è, se c’è stato, un’ evento della sua vita che le ha tolto la parola?
“si, davanti allo stupore, è successo in alcuni viaggi che ho fatto, nel vedere degli spaccati meravigliosi di natura che meritavano il silenzio contemplativo e niet’altro. Anche perchè stavo da solo, con chi parlavo?
eh, e parlava da solo!
di Rossella Padolino