Unica tappa italiana e tra le prime di una lunga tournée internazionale che prosegue poi a Barcellona, Madrid, Avignone, Seoul. Uno dei nomi più rappresentativi della scena internazionale, pioniere della danza contemporanea, Dimitris Papaioannou presenta alla decima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio e organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Luigi Grispello, la sua nuova creazione: The Great Tamer (il grande domatore). Dopo il debutto, in prima mondiale lo scorso 24 maggio presso all’Onassis Cultural Centre di Atene, lo spettacolo arriva a Napoli, ad inaugurare la sezione Danza del Festival, unica tappa italiana e tra le prime di una lunga tournée internazionale che prosegue poi a Barcellona, Madrid, Avignone, Seoul.
The Great Tamer è l’ultimo segmento di una magnifica trilogia “non ufficiale” crata da Dimitris Papaioannou, iniziata con il duetto Primal Matter (2012) sul “corpo sacro e profano” e alla pièce di gruppo Still Life (2014) dedicata al lavoro e al mito di Sisifo nella rilettura di Albert Camus.
Il lavoro artistico dell’ateniese – definito “fiore ibrido” per le diverse contaminazioni artistiche che lo arricchiscono – viene scoperto dal maestro Robert Wilson ed è materia di studio di grandi coreografi come Akram Khan, che ha adottato il suo “Body Mechanic System”: i corpi umani nei suoi spettacoli diventano campi di battaglia, interagiscono con materie prime che fondendosi danno vita a spettacolari illusioni ottiche. L’eclettico artista greco, con una formazione in Belle Arti che spazia dalla pittura al fumetto, coinvolge undici danzatori per realizzare una creazione che gioca intorno al concetto di vita umana intesa come “viaggio di scoperta, esplorazione di un tesoro nascosto, scavo archeologico interiore pieno di significato”. Il suo lavoro ha al centro il Mediterraneo e la culla della nostra cultura, il coreografo passando attraverso un linguaggio contemporaneo, evidenzia il grande valore culturale e artistico della Grecia, che, pur nelle sue difficili condizioni, sta sviluppando un’interessante ricerca artistica. Per l’artista greco infatti l’eredità del mondo classico è ineludibile.
Con la nuova creazione The Great Tamer (il grande domatore), l’artista ateniese, classe 1964, già eletto star internazionale di una coreografia senza etichette, ha lavorato sulle possibili declinazioni del concetto di tempo, nell’incontro con i segni dell’arte contemporanea e nelle velate suggestioni del mito di Persefone, per intraprendere un viaggio nell’animo umano, nella dualità dell’essere umano, tra melanconia e felicità. Il titolo è una metafora per definire il tempo, usata da Omero e nelle antiche tragedie greche, ma anche un riferimento al gioco del circo dove il domatore educa gli animali selvaggi è dunque colui che educa se stesso.
Nell’atteso spettacolo al Politeama le materie prime scelte per interagire coi corpi saranno soprattutto assi sconnesse ed elementi di natura, un omaggio dedicato al grande artista recentemente scomparso Jannis Kounnelis, icona dell’Arte povera, anche se nello spettacolo verranno citati anche capolavori di El Greco, Botticelli e Rembrandt in una sorta di enciclopedico circo visionario.