Si illuminano le strade di San Giorgio a Cremano. Gli spettatori in fila al botteghino al Centro Teatro Spazio pronti ad acquistare il loro biglietto si guardano intorno. La scena è già aperta, si intravede sul palco abbracciato dal buio. Le voci degli attori nei camerini si mischiano con chi è già seduto in sala.
La prima fila è conquistata dai bambini che resteranno incantati dalla magia dello spettacolo.
Si spengono le luci, silenzio. “Chi è di scena”. Il legno del palco inizia a scricchiolare. Gli attori sono nelle loro posizioni.
“Questa sera si recita a soggetto” prende vita sulle tavole del piccolo teatro di San Giorgio, con la regia e la partecipazione di Vincenzo Borrelli, protagonista Rosaria De Cicco.
L’opera fu composta da Luigi Pirandello subito dopo l’esperienza da capocomico a Roma e messa in scena due anni dopo la sua composizione. Essa è considerata parte della trilogia pirandelliana del “teatro nel teatro”, in cui ritroviamo “Sei personaggi in cerca d’autore” e “Ciascuno a suo modo”.
In queste tre opere Pirandello è il primo ad interrogarsi sul ruolo che ciascuno ricopre all’interno della macchina teatrale, come questa nasca partendo dal nulla. Egli svolge un’attenta ricerca soprattutto sul ruolo del regista, avendo vestito questi panni poco prima della composizione, sul rapporto attore e pubblico. Tale indagine viene portata avanti attraverso una messa in scena che si pone come obiettivo di confondersi con la mente del pubblico. Gli attori, qui, sono stanchi della maschera, si ribellano all’autoritarismo del regista e cercano di esprimersi attraverso un’interpretazione libera, personale e spontanea.
Il sorriso, che permane per tutta la durata dello spettacolo, i tempi comici, lasciano anche spazio alla sofferenza ed al dolore nella conclusione.
Che cos’è un attore? Che importanza ha per questo il testo? Dove finisce la bravura dell’attore e dove prende vita la potenza della parola scritta? Qual è il vero gioco tra realtà e finzione? Queste sono le domande che Vincenzo Borrelli si pone, lasciandole, però, irrisolte, portandole in scena e concedendo al pubblico, obbligato a partecipare all’entusiasmo degli attori, un libero arbitrio non indifferente.
di Adriano Fiorillo