Farsa: da quella fliacica a quella del teatro di Eduardo Scarpetta

farsa

La farsa è un genere teatrale entrato in auge in epoca medioevale basato su situazioni e personaggi stravaganti ma comunque legati alla realtà. Sebbene sia i temi che i personaggi siano di fantasia, questi devono risultare credibili agli occhi dello spettatore.

La farsa nell’antica roma rappresentata dopo una tragedia 

La parola farsa deriva dal latino farcire ed era così chiamata perché veniva rappresentata come intermezzo tra due atti di spettacoli teatrali dal taglio serio e impegnato. Questo genere teatrale era già in voga tra i greci quale genere drammatico comico che prendeva il nome di filiacica. Era chiamata così a causa dei filiaci, ovvero gli attori e i mimi che presidiavano la scena. Le testimonianze maggiori che attestano questo fatto sono alcuni ritrovamenti rupestri che mostrano degli attori vestiti da pagliacci che recitano su di un palcoscenico. La farsa trae le sue origini dalle atellane, un tipo di commedia affermatasi nel IV secolo a.C. Ma con molta probabilità è stato il teatro giullaresco medioevale a dare i natali alla farsa. Questo genere si espanse ben presto in tutta Europa. I risultati migliori si ebbero nel teatro di Moliére. In Italia, la farsa regionale, da ricordare la farsa cavaiòla, così chiamata perché sviluppatasi a Cava De’ Tirreni, in provincia di Salerno, diede vita alla Commedia dell’Arte. In Portogallo G.Vincente, fondatore del teatro Nazionale, fu il primo cultore della farsa. E così via fino ad arrivare all’Ottocento, periodo in cui la farsa fu assorbita da tematiche intellettuali e filosofiche, sfociando in un nuovo genere d’avanguardia ricco di spunti polemici.

La farsa italiana di Eduardo Scarpetta

L’esponente italiano per antonomasia della farsa italiana è stato Eduardo Scarpetta, padre del teatro dialettale. Scarpetta fu attore e autore di teatro napoletano tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. Lavorò principalmente in teatro anche se girò alcuni film per una produzione milanese. La sua opera più famosa fu Miseria e Nobiltà; la sua carriera fu interrotta da una causa mossagli contro da Gabriele D’Annunzio.