“La Quarta Compagna”: primo appuntamento di CulturaDiffusa a ScottoJonno

@napoliateatro

APPROFONDIMENTO – Primo appuntamento di “Cultura Diffusa”, ciclo di incontri letterari organizzato presso ScottoJonno, quello dedicato alla presentazione del libro “La Quarta Compagna” di Orsola Severini edito da Fandango Libri.

A moderare l’incontro Alessandro Polidoro, direttore culturale del progetto, fondatore dell’omonima casa editrice e organizzatore del Salone del Libro a Napoli. Ospite, durante l’evento, la scrittrice e giornalista Federica Flocco, che con eleganza e conoscenza del testo, è intervenuta nutrendo ed argomentando il dibattito. Nei saluti di benvenuto iniziali è anche intervenuto l’imprenditore e proprietario di ScottoJonno, Luca Iannuzzi.

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Molto appassionata è stata l’introduzione e presentazione dell’autrice, Orsola Severini, dalle cui parole si è evinto il crescendo di passione ed emotività che ha caratterizzato i momenti di ricerca di informazioni storiche (quattro anni) come anche quelli di rielaborazione in chiave romanzata.

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Lei, classe 1981, nata a Roma da madre francese e padre italiano. Laureata in Storia contemporanea ed insegnante di francese. Nel suo sguardo, la luce della condivisione. Chi è la quarta compagna? Si tratta di Ada, personaggio inventato ispirato ad una donna realmente vissuta, Lina Morandotti, della quale la Severini ha ricostruito le tracce. Giovane ragazza vissuta nella Milano dei primi del Novecento che decide di iniziare ad interessarsi di politica. Durante i primi anni del regime fascista collabora alla diffusione della stampa clandestina (come tante donne in quel periodo) e nella raccolta di fondi per il partito comunista. Nel 1927 viene perquisita, imprigionata, torturata e stuprata. Le si richiedevano informazioni e nomi e, quando si resero conto che non avrebbe ceduto, la rinchiusero in manicomio. «Non era immaginabile che una donna si interessasse di politica, qualcuno doveva averla fatta impazzire». La ribellione nelle donne non era contemplata, e qualsiasi medico di famiglia con un solo certificato poteva condannarle ad essere internate.

La giornalista Federica Flocco, interviene sottolineando quanto sia importante un libro con una tale ricostruzione e contestualizzazione. «Abbiamo bisogno di queste storie per rendere giustizia alla memoria di migliaia di donne resistenti, delle quali non si sa nulla. Solo trenta sono i nomi di quelle che la storia ha voluto ricordare». La Severini commenta «E’ importante restituire questi modelli alla portata di tutti nei quali ci si possa riconoscere. Ada non è un eroe ma sono molto importanti le cose che fa. La mia protagonista ha insicurezze e dubbi, come chiunque, ma compie gesti straordinari».

La missione quindi è restituire alle donne la voce nella storia. Spesso quando si pensa ai resistenti, ci si immagina uomini in montagna con il fucile tra le mani, ed è vero. «Però ci sono state anche donne combattenti, si stima che siano state 35mila in Italia». Quando viene chiesto all’autrice il perché secondo lei siano cosi poche le storie di questo tipo lei risponde, anche attingendo alla sua esperienza di studi, che «Il fascismo sta, purtroppo, diventando un termine vuoto. Il fascismo è stato prevaricazione dello Stato, affermazione dei forti sui deboli e giustificazione della violenza. Come Paese non siamo riusciti a fare pace con il passato. Nelle scuole questo argomento viene affrontato a fine anno, frettolosamente, prima di andare in vacanza. La scuola dovrebbe invece avere un ruolo fondamentale». Le donne in quel periodo iniziarono una rivoluzione, che fu bruscamente arrestata dopo la guerra e della quale riuscirono a vedersi gli effetti solo molti anni dopo. Ed è bene ricordarlo adesso, per tenere ben presente che «il coraggio non significa non avere paura ma vuol dire fare delle cose più grandi di sé stessi, senza darsi per vinti».

L’autrice ha anche letto due stralci tratti dal libro, molto emozionante è stato il tratto in cui la protagonista si trovava in fabbrica il primo maggio, festa dei lavoratori, mentre esortava le proprie colleghe a non lavorare. L’incontro di presentazione si è tenuto presso il salotto di ScottoJonno, nella Galleria Principe di Napoli, il pomeriggio del due maggio, molto vicino a quella data di tanti anni prima.

La donna di cui è stata approfondita l’esistenza, Lina Morandotti, era presente durante una delle prime riunioni di fondazioni del partito tenutosi in una villa sul Lago Maggiore. C’erano nomi risaputi come Togliatti, Ravera e Terracini. Ma non il suo. Proprio da questo lo spunto di definirla “la quarta compagna”, ad omaggio di tutti quei nomi che la storia non ha voluto “ancora” ricordare.

Da non perdere il prossimo appuntamento di “CulturaDiffusa” che si terrà giovedì 9 maggio alle ore 18, in cui sarà presentato il libro “La Stamperia dei libri proibiti” di Valeria Jacobacci (casa editrice La Valle del Tempo).