Al Teatro Tram “Monica. Odellalibertà”: sul palco la vita e la carriera di Monica Vitti

NAPOLI – Al Teatro Tram, dal 16 al 18 febbraio, in scena “Monica. Odellalibertà”: sul palco la vita e la carriera di Monica Vitti testo e regia di Francesca Fedeli, con Martina Carpino e Francesca Fedeli.

Lo spettacolo, finalista Premio Regista con la A del TRAM nel 2022, è un’ode all’immensa attrice che è stata Monica Vitti – scomparsa nella sua Roma nel 2022 – ma non è solo questo, e, anzi, se fosse solo questo “il mio sarebbe l’ennesimo spettacolo-omaggio a una grande figura del passato. Monica – Odellalibertà è, specialmente, un’ode alla libertà, quella libertà che lei incarnava così naturalmente e senza sforzo da farcela parere normale e universale, ma che invece, troppo spesso, ci viene negata”, spiega Francesca Fedeli che ha presso ‘pezzi’ della sua vita, dalle interviste, alle pagine autobiografiche, ai personaggi dei suoi film, e mescolarli insieme, “per crearne qualcosa di nuovo, di intimo, di segreto”.

Attraverso il dialogo con la Regista (l’altro personaggio in scena) Monica regalerà momenti di puro avanspettacolo, ripercorrendo alcune delle scene dei suoi film più importanti, e momenti di delicata intimità, finché, ormai esausta del ritmo frenetico del mondo dello spettacolo, non deciderà di congedare la Regista e, proprio come è realmente accaduto, si allontanerà definitivamente dalle scene, per restare immortale nel mondo dell’arte.

“Mi piacerebbe creare un ambiente che viva e respiri con l’attrice, una struttura che inizialmente sembra poter contenere il suo desiderio di scappare via, ma che in ultimo si rivela insufficiente, poiché, insieme ai minuti sul palcoscenico, propri del qui e ora del tempo del racconto, si assommeranno anche gli anni, i fallimenti, gli acciacchi inesorabili del tempo della vita. Monica porterà avanti, sempre più faticosamente, il compito di seguire la ‘scaletta’ – continua Francesca Fedeli -.

Anche la funzione drammatica della Regista cambierà con l’evolversi del testo. Inizialmente avrà pieno potere sullo svolgimento dello spettacolo e della narrazione: Monica, seppur recalcitrante, si lascerà condurre da questo a quel ricordo, fatto più o meno di lazzi e di malinconie. Talvolta Monica le sfuggirà ma lei, con minacce o con carezze, la riporterà sulla ‘scaletta’. Più il tempo passerà, però, più la Regista, rappresentante simbolica della società, del mondo dello spettacolo e in generale di tutti quegli obblighi e doveri che Monica tanto detestava, perderà il suo potere; fino a venire completamente eclissata quando l’attrice, finalmente, riuscirà a ritagliarsi un angolino di libertà tutto per sé, attraverso la fuga nel luogo più intimo: quello della scrittura”.

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