RECENSIONE – In occasione del terzo prodigio del Santo Patrono di Napoli, la scorsa domenica 17 dicembre, è stata organizzata dall’Associazione culturale NarteA, la visita teatralizzata “Januaria – Una notte al museo di San Gennaro” che ha previsto, oltre al percorso canonico presso il Museo, anche l’ingresso serale nella suggestiva Real Cappella del Tesoro. La volontà di organizzare e proporre eventi in luoghi di Napoli solitamente poco accessibili è caratteristica della programmazione dell’associazione NarteA. L’idea di coniugare una visita culturale con interventi teatralizzati degli attori ha reso l’esperienza piacevolmente godibile ed interessante.
Approfondire la storia e le leggende che riguardano San Gennaro si rivela sempre un ottimo grimaldello per riuscire a carpire la passionalità del popolo napoletano, tra fede, tradizione e superstizione. Era l’anno 1927 quando il popolo napoletano decise di firmare un contratto con il Santo, lo stesso anno in cui Napoli dovette superare i tre flagelli: della carestia, della peste e dell’eruzione del Vesuvio. La Deputazione di San Gennaro, composta dall’unione dei rappresentanti nobili della città, fu incaricata e si interessò della costruzione della Cappella all’interno del Duomo a lui dedicata.
Quando è morto aveva 33 anni, motivo per cui è da molti considerato il “Cristo napoletano”. Vescovo di Benevento, fu incarcerato per aver cercato di mediare per tre individui. Leggenda vuole che, insieme a loro, fu condannato prima al rogo, uscendone illeso, poi ad essere divorato dalle bestie feroci dell’Anfiteatro di Pozzuoli, e da loro risparmiato. Ragion per cui, in condanna definitiva, fu prevista per lui l’esecuzione del taglio della testa, una morte violenta per martirio. I suoi resti, prima abbandonati nelle Catacombe del Rione Sanità, e poi trafugati dai Longobardi, furono recuperati nel quindicesimo secolo e fu ordinata la Cappella per posizionarci le reliquie. I cenni storici e leggendari sono stati esposti dalla guida Marina Minniti, coinvolgente ed appassionante, che durante il percorso ha indicato anche punti di interesse architettonico o artistico.
I momenti di approfondimento presentati dalla guida sono stati presentati al pubblico intervallati da momenti teatralizzati, su testi scritti da Febo Quercia. Nel percorso del Tesoro (che per valore compete con quello della corona inglese o dello Zar di Russia) gli spettatori hanno incontrato una discendente della donna che conservò il suo sangue nelle ampolle, la simpatica Eusebia (interpretata dall’attrice Roberta Frascati), e l’uomo che recuperò dal Vaticano il tesoro durante la seconda guerra mondiale, Giuseppe Navarra (interpretato dall’attore Mario Di Fonzo). Ancora più suggestivo è stato seguire questa visita teatralizzata il giorno dopo la ripetizione del prodigio, che si rende materiale nella liquefazione del sangue nell’ampolla. Le ricorrenze sono: 19 settembre, giorno del Patrono; 16 dicembre, giorno in cui nel 1631 il Patrono fermò l’eruzione del Vesuvio e il sabato che precede la prima domenica di maggio, giorno in cui viene organizzata la processione con arrivo a Santa Chiara.
La celebre mitra tempestata di smeraldi, come anche le collane e gli oggetti di devozione in oro, argento e pietre preziose sono un patrimonio imperdibile e assolutamente da recuperare nelle prossime possibilità offerte dall’associazione NarteA. Per scoprire un angolo di Napoli che ha trasformato il culto per San Gennaro in un rito collettivo che abbraccia molti aspetti della vita, non solo religiosi ma sicuramente identitari.