Napoli Teatro Festival 19: Sezione Internazionale

Debutti e grandi nomi, sul palcoscenico compagnie da tutto il mondo: attesi Lepage, Zimmerman, Menard e Ladour.

La sezione dedicata al teatro Internazionale accoglie debutti e grandi nomi. L’artista canadese Robert Lepage porta in Italia, in prima nazionale, Kanata – Épisode I – La controverse (teatro Politeama, 28-30 giugno) con gli attori del Théâtre du Soleil di Ariane Mnouchkine, che per la prima volta, in cinquantaquattro anni di storia, affida la sua compagnia a un regista esterno. Torna al NTFI anche Martin Zimmermann, con lo spettacolo Eins Zwei Drei (teatro Mercadante, 15-16 giugno), un confronto tra tre personaggi su temi forti come l’autorità, la sottomissione e la libertà, sia dell’infanzia che della follia, che “sprigiona tutta la poesia, la violenza e la complessità delle relazioni umane”. Dal Libano, il Festival ospita il teatro indipendente di Issam Bou Khaled, che porta in scena a Napoli lo spettacolo Carnivorus (teatro Trianon-Viviani, 28 giugno), dopo una fortunata tournée europea. In prima assoluta, arriva in Italia, anche Sous un ciel bas (sala Assoli, 20-21 giugno) di Wael Ali, scrittore e regista siriano classe 1979, che presenta al NTFI uno spettacolo di teatro documentario, in cui emergono due percorsi, due registri, l’intimo e il politico, che mettono in dialogo una moltitudine di sguardi e temporalità convergenti verso uno stesso oggetto: un territorio sempre in fuga, visto attraverso lo sguardo di un uomo diviso tra perdita del passato e vita presente. Dedicato ancora alle nuove visioni della scena artistica post-migratoria, è Chroniques d’une ville qu’on croit connaître (galleria Toledo, 20-21 giugno) di Wael Kadour, drammaturgo e regista siriano oggi rifugiato in Francia, che racconta la storia vera di una donna suicidatasi a Damasco nel 2011, mettendo in luce la violenza intrinseca a un sistema politico, economico, religioso, instaurato e perpetuato da decenni. Ancora dalla Francia, arriva a Napoli, dopo la rivelazione al Festival di Avignone 2015, Finir en beauté (sala Assoli, 25-26 giugno) di Mohamed El Khatib, artista francese di origini marocchine ideatore del collettivo Zarlib, luogo di incontro e ricerca di performer, danzatori, cineasti, musicisti di formazione e orizzonti diversi. Mentre dalla Germania, con il suo Theater an der Ruhr, ritorna anche quest’anno al NTFI Roberto Ciulli, per presentare il suo nuovo spettacolo Clown in sturm (teatro Trianon-Viviani, 21 giugno), che prosegue con la consueta ironia l’indagine sui problemi della vecchiaia attraverso lo sguardo di un clown. Dalla Spagna arriva la proposta del Teatro de los Sentidos, compagnia fondata dal poeta del teatro contemporaneo Enrique Vargas, che presenta Reneixer (palazzo Fondi, 26-29 giugno), un lavoro che conduce il pubblico a vivere e partecipare a un’esperienza tattile, gustativa, uditiva, sensoriale, intorno al mondo simbolico del vino. Per la prima volta a Napoli, l’eclettica artista francese Phia Ménard, fondatrice della compagnia Non Nova, presenta la sua nuova performance Contes Immoraux, Parte 1: Maison mère (teatro Politeama, 3 luglio), commissionata da Documenta 14 di Kassel, che ispirandosi alla casa di Atena, il Partenone, che proteggeva il tesoro della città, immagina una casa di protezione per l’Europa e costruisce un “Villaggio Marshall” a dimensioni reali, in cartone. In prima nazionale anche lo spettacolo Les Italiens di Massimo Furlan (teatro Trianon-Viviani, 9-10 luglio), dopo il debutto a Losanna a gennaio scorso, arriva a Napoli, per raccontare i mille volti della migrazione italiana in Svizzera attraverso aneddoti di vita vera che i protagonisti snocciolano uno dopo l’altro dal palcoscenico.