“Mater Dei”: la sofferenza di una madre in scena a Sala Ichòs

Lo scorso 2 dicembre la Piccola Compagnia della Magnolia di Torino ha portato in scena “Mater Dei“, spettacolo col testo di Massimo Sgorbani. Sul palco di Sala Ichòs, Giorgia Cerruti e Davide Giglio hanno interpretato rispettivamente madre e figlio, legati da un rapporto reciproco di amore-odio. Lei una donna arrabbiata con il mondo e con “dio”. Lui debole, muto e curioso di ascoltare la storia del suo concepimento.

La pièce inizia con Davide che gira nudo per la scena e che lentamente, illuminato da una luce fioca, si veste fin quando non entra la madre. La storia si svolge su uno sfondo quasi vuoto: al centro c’è solo una sedia di legno su cui si siede la madre per parlare al figlio. Il tema principale è una libera variante sul mito di Giove ed Europa; la madre è stata vittima della violenza di un dio che, attratto dalla sua bellezza, è sceso sulla terra sotto sembianze animalesche, l’ha posseduta e resa gravida.

Giorgia racconta la gravidanza, iperbolica e paradossale, dalla quale genera tredici figli tutti dotati di attributi divini, tranne l’ultimo. Lui è forse un “dio mancato”, troppo debole, troppo umano, forse la parte più nascosta dell’uomo: la paura. La madre ha dedicato la sua vita a nasconderlo e proteggerlo, ma qualcuno sta per arrivare con l’intento di “correggere l’errore”. Proprio nel tempo di questa attesa si svolge l’azione drammatica: un flusso di parole laico, erotico, scandaloso, ipnotico, che oscilla tra la paura di regredire nel caos e l’affermazione del mito.

La conclusione della narrazione è riuscita a sorprendere gli spettatori, tra i rumori delle catene di “quel qualcuno” che sta per arrivare per correggere “l’errore”. Il figlio riesce a uscire dalla paura che da sempre controlla la sua vita e pronuncia la parola “mamma”. Su questa parola così sofferta e tra gli applausi degli spettatori si chiude il sipario, lasciando in quest’ultimi un velo di plausibile e lecita amarezza per quel rapporto madre-figlio rovinato per sempre dalla paura insita in quel “dio mancato”. Uno spettacolo toccante e ricco di riflessioni che ha saputo stupire e allo stesso tempo emozionare l’intero pubblico.