43 MINUTI
43 MINUTI una critica ai rapporti, su quanto l’egoismo sia il perno sul quale ruotano tutte le decisioni che vengono prese in coppia. Il tutto al centro di una critica alla giustizia e ai modi di agire di essa.
Note di regia
“Se non ci fosse lui, ne sentirei il bisogno. Per appagare me.”
Ma il bisogno smette. Cede il posto all’oppressione.
La necessità di riconoscere i propri limiti o errori, la forza di stralciare il velo dietro cui si cela ciò che in fondo lega due persone: l’egoismo.
L’incessante bisogno di una presenza per sopprimere il timore di rimanere soli.
La voglia di condividere tutto.
Gli stessi spazi, gli stessi momenti, le stesse voglie.
Solo per paura di non sentirsi reali e realizzati, se non in sincrono.
Un uomo solo non è necessariamente un uomo libero, talvolta la debolezza più grande si cela nell’assenza di legami.
Il tutto, sotto gli occhi vigili di una giustizia che dovrà esprimersi, per compensare gli sbagli, le azioni, dettati da un momento di assoluta libertà. Perché se vivere con libertà vuol dire vivere secondo la propria logica, il proprio istinto, allora non dovrebbe essere condannabile il gesto di un uomo che persegue il proprio fine: sentire quale unico bisogno se stesso.
Una giustizia che spesso pecca di abusi e superficialità. Una giustizia che condanna e assolve secondo una logica non sempre del tutto chiara.
Una giustizia che punisce l’azione, col sangue macchiata, ma che spesso non agisce.
La mano impugna il martelletto quando un uomo decide per la vita di un altro.
La mano impugna il martelletto contro il diritto di scegliere per sé.
Ora le mani sono legate, o meglio, una lava l’altra, e la giustizia e’ monca.
Il verdetto finale è senz’altro insito nei dialoghi tra i due protagonisti: non esiste pena di morte più oscura se non la certezza di camminare sempre al buio, nell’ illusione di trovare uno spiraglio di luce negli altri.
di Federica D’Auria
Regia Luigi Vuolo
Con Vincenzo Messina e Luigi Vuolo
27 GENNAIO ore 21 e 28 GENNAIO ore 18.30
Marco Francini & Friends omaggiano Domenico Modugno
VENERDI 26 GENNAIO 2018
Il Teatro Bolivar di Napoli celebra i primi sessant’anni di
“VOLARE” di Domenico Modugno
con un concerto/evento che vedrà protagonisti Marco Francini & Friends
GENNAIO 1958: sul palco del Casinò di Sanremo, il grande Domenico Modugno apre le sue braccia e fa letteralmente ‘volare’ gli italiani e il pubblico di mezzo mondo. GENNAIO 2018: a sessant’anni esatti di distanza da quel leggendario Festival di Sanremo, si celebra la canzone italiana più amata al mondo, la più cantata, la più nota, la più applaudita.
Scritto da Franco Migliacci e Domenico Modugno, il brano venne presentato per la prima volta al Festival di Sanremo 1958 dallo stesso Modugno in coppia con Johnny Dorelli: fu vincitore di quell’edizione e da lì ottenne un successo planetario. Oltre 22 milioni di dischi venduti, due Grammy Awards, milioni di passaggi radiofonici e un successo senza limiti, come testimoniato dal numero enorme di reinterpretazioni: Dean Martin e David Bowie, Paul McCartney e Barry White, i Gypsy Kings e Mina, Eros Ramazzotti e Laura Pausini, solo per citarne alcuni…
VENERDI 26 GENNAIO 2018 [ore 21.00] il palco del Teatro Bolivar di Napoli – città a cui Domenico Modugno era legatissimo – ospiterà un concerto/evento che permetterà di festeggiare i primi sessant’anni di “Nel blu dipinto di blu” / “Volare”.
La lunga festa per i 60 anni di “Volare” vedrà protagonisti il ‘cant-attore’ Marco Francini, affiancato da
tanti ospiti che hanno scelto di rendere omaggio a Domenico Modugno reinterpretando alcune delle sue
più celebri canzoni.
Da quasi otto anni Francini porta in scena lo spettacolo ‘MISTER VOLARE – OMAGGIO A DOMENICO
MODUGNO’ sui palchi di tutta Italia: inevitabile, dunque, l’omaggio in teatro al Mimmo nazionale. La
band che si esibirà al Teatro Bolivar è costituita – oltre a Marco Francini [chitarra e voce] – da Eunice
Petito [pianoforte], Roberto Giangrande [basso] e Nicola De Luca [batteria].
Tanti ospiti si alterneranno sul palco: il chitarrista e compositore Marco Gesualdi [già nelle fila dei 666
ed oggi artefice del progetto musicale “Open Heart”], il duo costituito da Max Carola e Gabriella Rinaldi
e i cantautori Myriam Lattanzio e Antonio De Carmine. Quest’ultimo, alcuni anni fa, dedicò proprio a
Modugno la canzone “Mimmo che volava”, con il duo Principe & Socio M., costituito dallo stesso De
Carmine e da Mauro Spenillo.
Tantissimi altri ospiti si alterneranno in occasione della grande festa per i 60 anni di “Volare”, condotta
dal giornalista Michelangelo Iossa, direttore artistico della sezione musicale della stagione 2017/2018
del Teatro Bolivar. Lo spettacolo accompagnerà lo spettatore in un appassionante viaggio nei
momenti-chiave della vita di un artista che ha caratterizzato il panorama culturale dell’Italia del secondo
Novecento nella musica, nel cinema e nel teatro. Le canzoni, i testi, la poesia e le collaborazioni con
grandi autori – da Franco Migliacci a Riccardo Pazzaglia, da Pier Paolo Pasolini a Garinei & Giovannini – si
fondono in un ricchissimo racconto in musica e parole, dal quale ‘emergono’ anche citazioni a Eduardo
De Filippo, Fabrizio De Andrè e molti altri…
TEATRO BOLIVAR
Via Bartolomeo Caracciolo, 30
[quartiere Materdei | Napoli]
teatrobolivar.com
081.5442616
Parcheggio convenzionato
«Orefice Parking»
[viale dei Gesuiti 10 | Napoli]
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