
di Antonio Mocciola
con Roberta Alessio Palumbo, Libera Tarallo, Antonella Formisano, Salvatore Iermano, Mattia Sorrentino, Carmine Riccio
ricerche storiche Roberto Schena
regia di Sissy Brandi
Rientrato dal sonoro fallimento dell’utopia di Fiume, Gabriele D’Annunzio (Alessio Palumbo) si ritira esausto e deluso nel suo rifugio sul Garda. Refrattario ad ogni ritorno pubblico e politico, troverà nell’eros nuovi e privati entusiasmi, riaccendendo così anche la fiamma dell’ispirazione creativa. Saranno i ballerini Isadora Duncan (Libera Tarallo), Ida Rubinstein (Antonella Formisano) e Alberto Spadolini (Mattia Sorrentino) a ridargli vita, con le loro presenze incandescenti, ambigue, estreme. E accanto a loro, la figura originale e sorprendente di Guido Keller, a lungo suo braccio destro, e omosessuale dichiarato. Un militare reduce dall’impresa fallita di Fiume (Crocifisso Menna, interpretato da Carmine Riccio), accolto da D’Annunzio e assunto come maggiordomo, gira muto, seminudo e inquietante per le stanze della villa, rivelando poi il suo vero, sorprendente ruolo. Il sadismo con gli uomini e il masochismo con le donne accenderanno le notti al Vittoriale, dando al Vate materia prima per gli ultimi, definitivi capolavori.
Grazie al prezioso materiale raro e inedito rinvenuto negli archivi dell’Atelier Spadolini (curato dal nipote di Alberto, raro guizzo omoerotico del Vate), Antonio Mocciola ricostruisce uno spaccato della vita di Gabriele D’Annunzio di potente suggestione, che offre un lato del poeta assolutamente misconosciuto. “D’Annunzio Vobis” è un ironico, tagliente, drammatico spaccato d’epoca, tra cocaina, poesie e gioiosissime depravazioni.