In Sala Assoli-Moscato, immagini e voci per la Palestina, la mostra di Francesco Cito, nell’ambito de Il sabato della fotografia

Un bambino e il soldato armato di M16 a guardia dell'insediamento dei coloni israeliani oltranzisti di Bet Hadassa nel centro di Hebron a ridosso delle case abitate da palestinesi

NAPOLISabato 12 aprile, dalle ore 11.00, presso Sala Assoli-Moscato, riprende l’esposizione della mostra Gli occhi della Palestina di Francesco Cito, nell’ambito de Il Sabato della Fotografia, rassegna curata da Pino Miraglia.

Il lavoro del fotoreporter, che ha documentato il conflitto israelo-palestinese dal 1983 al 2011, è un’importante occasione per riflettere su temi di giustizia e identità, coinvolgendo artisti e attori locali in un dialogo culturale significativo. L’ingresso è gratuito fino a esaurimento posti e la mostra sarà visitabile fino all’11 maggio durante gli eventi in programmazione.

Hebron, West Bank, looking forward to see Yasser Arafat on his first visit after the town past under palestinien admnistration

 

Durante la giornata, i visitatori potranno ammirare 26 immagini esposte e circa 100 immagini videoproiettate, accompagnate da una postazione audio denominata Voci per la Palestina, dalla quale sarà possibile ascoltare poesie, testimonianze e testi della letteratura palestinese recitati da straordinari attori, da sempre sensibili alla causa; Carlo Cerciello, Fabio Cocifoglia, Antonello Cossia, Rosalba Di Girolamo, Cristina Donadio, Manuela Mandracchia, Vincenza Modica, Lino Musella, Dalal Suleiman, e Imma Villa contribuiscono con la loro voce a dare ancora più forza ai versi dolenti di vecchi e nuovi poeti e poetesse come Refaat Alareer, Fidaa Ziyad, Mueen Bsyso, Fadila As Shabi, Rafeef Ziadah, Mohammed El-Kurd, Odeh Amarneh, Mahmoud Darwish, Samih Al Kassem.

Bet Sahur giovani shebab agli inizi dei primi giorni della rivolta palestinese contro l’occupante esercito israeliano

Inoltre, ad affiancare la mostra ci sarà l’incontro con Alino che presenterà il progetto Falastin hurra, una collettiva di fumettisti e illustratori italiani e internazionali a sostegno della Palestina. Il progetto mette insieme “Kufia, matite italiane per la Palestina”, portfolio prodotto a Napoli 35 anni fa contenenti varie tavole di grandi e famosi disegnatori, tra i quali Andrea Pazienza, Guido Crepax, Magnus, Altan e Vauro, con due sezioni in costante aumento: una che raccoglie tavole di autori italiani, un’altra di autori (di origine o cultura) araba, oltre all’omaggio ad Handala, personaggio creato dal vignettista palestinese Naji al-Ali, assassinato nel 1987.

La mattinata culminerà con la proiezione del documentario A Wide Gaze di Guido Pappadà, che racconta la vita e il lavoro di Francesco Cito, arricchito da immagini inedite e testimonianze di inviati di testate internazionali.

Beirut _ Un marine americano alla guida della sua jeep mentre ritorna al campo base dopo aver fatto un carico di birre e un ragazzo palestinese dei campi profughi gioca con la mitragliatrice installata sull’automezzo militare _ Beirut _ A U.S. marine driving his jeep as he returns to base camp after buying a load of beers and a young Palestinian from the refugee camps of Sabrà and Shatilà plays with the machine gun installed on the military truck

Francesco Cito, nato a Napoli nel 1949, è uno dei più importanti fotoreporter italiani. Ha iniziato la sua carriera nel Regno Unito, collaborando con testate internazionali come The Sunday Times Magazine e The Observer. Tra i primi a documentare clandestinamente l’occupazione sovietica in Afghanistan, ha seguito numerosi conflitti tra Medio Oriente e Balcani, dedicando particolare attenzione alla questione palestinese ed è’ stato inviato speciale durante la Guerra del Golfo. Le sue immagini hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi, tra cui il primo premio al World Press Photo per il reportage sul Palio di Siena nel 1996. Ha lavorato con alcune delle maggiori testate italiane e internazionali, tra cui Life, Paris Match, Stern, Epoca, Il Venerdì di Repubblica e Panorama, distinguendosi per il suo sguardo crudo e realistico sulla realtà dei conflitti contemporanei.

Jabalia refugee camp, a young boy pulls rocks, while a woman yells at a patrol of Israeli soldiers as they passed along the muddy roads of the largest slums of Gaza Strip, and place the beginning of the Palestinian Intifada _ Jabalia refugee camp, un ragazzo tira sassi, mentre una donna inveisce contro una pattuglia di soldati israeliani al loro passaggio lungo le strade fangose della più grande baraccopoli di Gaza Strip, e luogo dell’inizio dell’Intifada palestinese.

Pino Miraglia, curatore dell’intera rassegna, arrivata alla sua IX edizione dichiara: «Tenere viva l’attenzione sul genocidio che si sta consumando in Palestina attraverso azioni culturali è uno dei modi per affermare l’identità di un popolo e per ribadire l’ingiustizia di questo mondo che ancora non riesce a liberarsi della violenza, della sopraffazione e della guerra come unico strumento di dialogo».

Per info e prenotazioni è possibile contattare il numero 345 467 9142 oppure scrivere a assoli@casadelcontemporaneo.it

 

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