NAPOLI – Nuovo appuntamento della stagione teatrale Nest con Fine Pena Ora di Elvio Fassone. Adattamento e regia di Simone Schinocca. In scena Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola e Giuseppe Nitti. Lo spettacolo sarà in scena sabato 20 aprile (ore 21) e domenica 21 aprile (ore 18).
Una corrispondenza lunga 34 anni tra un ergastolano e il giudice che l’ha condannato. Questo è Fine pena ora, tratto dalla storia – vera e autobiografica – descritta dal testo omonimo di Elvio Fassone, magistrato ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Oltre alla messa in scena del libro, la drammaturgia dello spettacolo è frutto di una serie di interviste a Fassone, dove l’autore ha raccontato l’evoluzione della sua amicizia con Salvatore negli anni successivi alla pubblicazione del libro.
Nella messa in scena il pubblico viene proiettato nella cella di Salvatore (interpretato da Salvatore D’Onofrio), ormai cinquantacinquenne che ha già scontato oltre trent’anni della sua pena e che sente di non riuscire più a sostenere una vita in carcere senza possibilità di uscita. Il suo sonno è tormentato dagli incubi, i demoni di un uomo condannato all’ergastolo, nella cui scheda, di fianco al suo nome, compare la scritta fine pena: mai. Come si può placare una condanna del genere? Con delle lettere e un’amicizia inaspettata. Ed ecco che in uno dei suoi sogni compare il “Presidente”, con le fattezze del giovane uomo conosciuto all’inizio della sua esperienza carceraria. Quel magistrato che ha pronunciato la sentenza definitiva, ma che gli ha poi spedito in cella il libro Siddharta di Herman Hesse e una lettera con una frase che lo invitava a non perdere la speranza.
di Elvio Fassone
Adattamento e Regia Simone Schinocca
Con Salvatore D’Onofrio, Costanza Maria Frola, Giuseppe Nitti
Assistente alla regia Valentina Aicardi
Scenografia e light design Sara Brigatti / Florinda Lombardi
Costumi Agostino Porchietto
Diario di bordo Social Alessandra Scatà
Foto Emanuele Basile
Distribuzione Carlotta Lando
Grafica Silvio Giordano
Coproduzione Tedacà e Teatro Stabile di Torino Teatro Nazionale
in collaborazione con Festival delle colline Torinesi
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