Antonio Onorato, il suo Dedicato al Napule’s Power a Napoli

NAPOLI – Venerdì 5 aprile ore 21.30 la Fondazione made in Cloister ospita un nuovo importante concerto di Antonio Onorato – quello più sentito perché nella sua città natale –  per la presentazione del suo CD Antonio Onorato – Dedicato alNapule’s Power, l’omaggio del grande chitarrista napoletano – uscito per Artis Records (ediz. Cramps Music) – al celebre  Movimento musicale e culturale ideato e promosso da Renato Marengo fin dai suoi esordi negli anni ‘70: un viaggio attraverso gli autori e i brani che hanno fatto diventare celebre questa straordinaria energia di note resa magica dalla raffinata musicalità ed unicità di questo grande chitarrista e musicista jazz e non solo. A fianco ad Antonio Onorato alle chitarre ci saranno Angelo Farias al basso e Giammarco Tarallo alla batteria.

Tappa successiva il 13 aprile quando Onorato sarà al Museo del Rock di Catanzaro introdotto dal suo produttore Renato Marengo: una giornata fra musica e parole che vedrà come filo rosso la lettura di passi proprio da quel libro Napule’s Power dello stesso Marengo cui è dedicato l’album di Onorato.
Qualcuno ama definirlo il Pat Metheny napoletano. Altri lo chiamano il Santana – o anche il Jimi Hendrix – del Mediterraneo.”
Lui, Antonio Onorato (per chi ne volesse conoscere la bio: antonioonorato.info), non ama i raffronti e ha ragione.” Ha scritto Renato Marengo qualche tempo fa sul Corriere del Mezzogiorno. Di fatto è stato proprio a questo musicista, apprezzato in Italia  e nel mondo, che lo stesso Marengo ha pensato quando ha voluto chiedere ad un grande artista napoletano, con al suo attivo oltre 30 cd, di raccontare i suoni del Napule’s Power, dopo il successo del libro (Tempesta Editore, 2021) nel quale ha raccontato quegli anni.
Enzo Avitabile, Edoardo Bennato, Eugenio Bennato – Carlo D’Angiò, Pino Daniele, Tullio De Piscopo, Teresa De Sio, Tony Esposito, Enzo Gragnianiello, Napoli Centrale, Nuova Compagnia di Canto Popolare, Antonio Onorato stesso, Osanna, Alan Sorrenti, The Showmen: questi gli artisti ripercorsi, riletti e rivissuti dal profondo da Antonio Onorato, riportati in ordine alfabetico perchè qualsiasi altro ordine sarebbe dissacrante.
 

Il disco parte da Napoli Centrale di James Senese, fondatore con Mario Musella e Franco Del Prete degli Showmen, uno dei gruppi da cui tutto il movimento ha preso il via. Con Marengo Onorato ha scelto di aprire con Campagna, blues ambientalistico-sociale di Napoli Centrale, gruppo capitanato dallo stesso James – nato dopo lo scioglimento dei primi Showmen – e prodotto dall’amico di Marengo Raffaele Cascone, e quindi un brano di grande impegno firmato Pino Daniele Chi tene o mare. C’è poi un capolavoro di Enzo Gragnaniello, reso celebre dalla esecuzione accanto a lui di Mia Martini e Roberto Murolo, che è Cu’mmè. Il disco procede quindi con una delle più belle canzoni di Edoardo Bennato che è Un Giorno credi, scritta con Patrizio Trampetti della Nuova Compagnia di Canto Popolare nella quale Onorato, prima di tuffarsi nella sua personalissima interpretazione, omaggia anche l’arrangiamento originale del pezzo firmato dal grande Roberto De Simone. Il Tributo prosegue con un brano di Enzo Avitabile Io non ci resisto con l’intervento straordinario di Corrado Rustici seguito da una versione di Sienteme di Alan Sorrenti che evidenzia mirabilmente la melodia di questo capolavoro dove, e solo in questo brano Onorato ha sentito anche l’esigenza di cantare, perché trova che quel testo, scritto tanti anni fa, si rivela oggi di drammatica attualità.
L’omaggio successivo è agli Osanna, There will be time giustamente dedicato all’indimenticabile Danilo Rustici, fondatore con Lino Vairetti del gruppo. La scelta fatta spazia dal rock al blues, dal jazz all’etno e quindi alla emozionante Canzone per Iuzzelladi Eugenio Bennato e Carlo D’Angiò, seguito da una versione entusiasmante di Pagaia di Tony Esposito. Ci è sembrato giusto a questo punto della selezione inserire un brano – già molto apprezzato – dello stesso Antonio Onorato, From Napoli to Belo Horizonte che ben si pone con la sua tangibile mediterraneità tra queste atmosfere. Arriva poi il jazz-rock a tutto ritmo di un altro grande protagonista del Movimento, Tullio De Piscopo e la sua Namina. Ecco, quindi, un altro brano musicalmente molto forte del grande Pino Daniele, Voglio di più, che Onorato ha più volte suonato proprio con Pino sul palco. E poi un pezzo che ha reso celebre Teresa De Sio – altra artista prodotta da Marengo – scritto da un altro ottimo chitarrista, Francesco Bruno, Voglia ‘e turnà. E andando verso la conclusione di queste scelte accurate per il disco di Antonio Onorato, arriviamo al più celebre capolavoro della Nuova Compagnia di Canto Popolare, brano prodotto ancora una volta da Marengo 50 anni fa e grazie al quale la NCCP prese il volo da Napoli per l’Italia e per il resto del mondo rielaborando con successo il capolavoro di E. A. Mario e Nicolardi: Tammurriata Nera. Onorato in questo brano parte proprio dalla versione originale, rielaborata da Roberto De Simone e arricchita, con strofette popolaresche e parte per un viaggio sonoro che dal Mediterraneo va ben oltre i ritmi e le melodie popolari della tammurriata per spaziare ancestralmente tra suoni orientali, per entrare in India ma pure nel Sudamerica, attraversando poi le grandi praterie dei Nativi americani, ai quali l’artista è profondamente legato, per riportarci inevitabilmente nei suoni dei mercati africani e nei Quartieri Spagnoli a Napoli. “Posso affermare – ci spiega Marengo – che dopo cinquant’anni anni e decine di tentativi più o meno interessanti di imitazione da parte di gruppi e artisti di vario genere, la Tammurriata Nera di Antonio Onorato (a giudizio mio, ma anche di Fausta Vetere) rispetta degnamente sia le esecuzioni inimitabili della NCCP che gli arrangiamenti originali di Roberto De Simone.”
In chiusura di questo disco un omaggio nell’omaggio: Un’ora sola ti vorrei, grande successo internazionale dedicato a Mario Musella, voce ineguagliabile degli Showmen da cui per il rinnovamento musicale di Napoli, è partito tutto. E c’è un motivo affettivo in più che lega Antonio Onorato a Mario Musella: come tutti sanno Mario – come James Senese – era figlio di una napoletana e di uno statunitense di colore che a Napoli era arrivato durante la guerra, tra i marines di una portaerei che dominava il Golfo, un nero a metà, un “Figlio della guerra” a cui Pino Daniele dedicò il suo disco più celebre. Mario Musella era figlio di un nativo americano e Antonio è vicino da sempre, spiritualmente e musicalmente, a quel grande popolo interamente annientato dal colonialismo americano più feroce durante la famigerata epopea del West in America. Questi interessi esistenziali oltre che artistici sono alla base della musica e delle scelte di Onorato che lo stimolano ad innestare su linguaggi jazz-rock, gli stilemi armonici e melodici della scuola napoletana fondendoli con la musica afroamericana, medio-orientale, brasiliana e con la tradizione tribale dei nativi americani sviluppando uno stile originale e in costante evoluzione.