Natale in casa Cupiello, 5 curiosità sul capolavoro di Eduardo

natale in casa cupiello

Natale in casa Cupiello è forse la commedia che più di tutte rappresenta nell’immaginario collettivo il genio di Eduardo De Filippo. Un classico del teatro napoletano e non solo in cui c’è tutto ciò che un capolavoro dovrebbe contenere. E pensare che di tempo, come vedremo, per metterlo in scena così come lo conosciamo ce n’è voluto.

Si ride, molto, ma si piange anche. Eduardo era così nella sua grandiosità. Sapeva far passare lo spettatore da un’emozione all’altra. Come quando, dopo aver cercato di far piacere il presepe a Nennillo per tutta la commedia, alla fine fa scivolare una lacrima sul volto di tutti con l’ammissione del figlio di fronte al padre malato. Quel padre che era sempre rimasto all’oscuro di tutto e che in quel momento così tragico, in cui, come lo stesso Eduardo ebbe a dire “l’innocenza di Luca si scopre fuori orario e il suo mondo dissolto”, riesce a far ammettere ciò che voleva a Tommasino.

Le 5 cose che forse non sai su Natale in casa Cupiello

Natale in casa Cupiello è una cartolina immancabile di queste feste. Una tradizione come tutte quelle che contraddistinguono Napoli e la napoletanità. Che ci tengono uniti al nostro passato, mentre osserviamo il presente e speriamo nel futuro. Ecco perché, proprio a ridosso delle festività, Napoli a Teatro ha voluto rivisitare con i suoi lettori, analizzandone 5 curiosità.
1. Il debutto ufficiale di Natale in casa Cupiello avviene il giorno di Natale del 1931 e viene presentata con un atto unico. Nel quale mancavano parti passate alla storia come la discussione iniziale sul freddo (“Fa freddo”) tra Luca e Concetta o anche quella tra Lucareliello e Tommasino, al risveglio di quest’ultimo con la celebre scena dello “zuppone”. Soltanto l’anno successivo, nel 1932, Eduardo, visto il grande successo riscontrato, aggiunge un primo atto introduttivo e ancora nel 1934 l’ultimo, rendendo la commedia quella che conosciamo oggi. Il tanto tempo che ci volle, fece definire a Eduardo la stessa come nata da un “parto trigemino con una gravidanza di quattro anni”.

2. Luca e Concetta, i nomi dei protagonisti sono anche quelli dei nonni materni di Eduardo. E sebbene non ci sia mai stata conferma ufficiale da lui, ha preso grande spunto dalla sua famiglia proprio per crearli. Ad esempio, come testimonierà Peppino nella sua autobiografia, il carattere del nonno, che si rispecchia nel rito del presepe, era lo stesso che ritroviamo in Luca.

3. Peppino De Filippo ha sempre rivendicato la paternità della frase che forse più di tutte resta legata alla commedia, ovvero «Nun me piace ‘o presebbio», ma non ci sono prove che attestino la veridicità di ciò.

4. Eduardo aveva firmato un contratto con l’impresario teatrale del Kursal che prevedeva un impegno di soli nove giorni di recite e solo dopo la proiezione di un film. Ma il successo di Natle in casa Cupiello fu tale che la durata del contratto fu prolungata fino al 21 maggio 1932

5. Prima della stesura di Natale in casa Cupiello, Eduardo scrive una lunga poesia, dal titolo ‘A vita. In questa sono anticipati i temi che poi saranno affrontati con maggiore dovizia di particolari nella commedia.

(…) Spara sti botte,
alluma sti bengale;
arrust’ ‘e capitune,
ch’è Natale!…
Ncoll’ ‘e pasture!…

Ca mpunto mezanotte,
nasce ‘o Bammino.
Chella, mamma, è devota,
perciò nasce ‘o Bammino. (…)