RECENSIONE – Abbiamo assistito alla prima, al Teatro Mercadante, de “Il Lupo e la Luna”, uno spettacolo avvincente, un’immersione affascinante e coinvolgente che lo scrittore e giornalista Pietrangelo Buttafuoco ha portato in scena con Lello Analfino, Salvo Piparo e le musiche eseguite da Lino Costa. In questo cuntu, un racconto, che ha rivissuto l’impresa eroica attraverso una lettura scenica coinvolgente c’è una profonda connessione con i testi classici, in particolare con la tragedia greca.
La storia di Scipione, il suo ritorno nostalgico e sofferto, il ricongiungimento con la sua amata Luna, tutto è stato dipinto con straordinario linguaggio poetico e parabola vertiginosa. Buttafuoco ha incarnato i personaggi con impeto e enfasi, annunciando, declamando e portando il racconto a una sublimazione di parola e gesto. La trama, sebbene complessa e ricca di dettagli, è stata spiegata con chiarezza, dando vita a un contesto vibrante e colorato, dove tragedie e amori sono emersi in una bellezza terribile e magnifica. Scipione Cicalazadè, un giovane messinese destinato a imprese epiche , sottratto giovanissimo al padre dai pirati e portato al sultano, dove verrà educato fino a divenire comandante degli eserciti Ottomani. Destinato a lottare e conquistare ma vivere al tempo stesso con una profonda nostalgia per la sua terra d’origine e per sua madre, donna Lucrezia. Scipione al suo fianco ha un lupo, che però è egli stesso, negli ululati del tradimento, della rabbia, della passione, delle utopie. E’ nella voce dell’amore che poi si incarna una dama fatta Luna che incontrerà in un nuovo ritorno al Monte Altesina, l’ultimo, proprio dove lo spirito guerriero del lupo potrà finalmente riposare. La simbologia di Lupo e Luna ha permeato l’intero spettacolo, rappresentando la fascinazione del romanzo. “Il Lupo e la Luna” è riuscito brillantemente nell’incanto, trasportando il pubblico in un tempo nuovo e antico allo stesso tempo, una magia che ha incantato e lasciato un’impronta duratura.
