Nanni Moretti consegna al pubblico “Sillabari” e le sue emozioni

RECENSIONE – È andata in scena ieri sera, al Teatro Mercadante, la lettura ad opera di Nanni Moretti di “Sillabari”, opera sulle emozioni in due volumi scritto da Goffredo Parise (Premio Strega 1982).

Moretti già nel 2012 aveva registrato un audiolibro di codesti racconti, che calano il lettore o, per meglio dire, l’uditore, nel caso del suo progetto, in una dimensione super ricettiva della vita, carica di dettagli descrittivi a coinvolgimento di tutti i sensi. Paesaggi, colori, profumi e sapori nelle sue ricercate parole.

Moretti sul palco del Mercadante, con regia di Roberto Andò, ha proposto sei racconti. Alla fine di ognuno di essi, in un applauso, lo spettatore registrava il messaggio inviato da Parise. Nella sua struttura “Sillabari” è composto da un primo volume che raccoglie tutti quei racconti, dalla A di Amore alla F di Famiglia, scritti tra il 1971 e il 1972 per Il Corriere della Sera. Il secondo volume raccoglie invece i racconti, dalla F di Felicità alla S di Solitudine, scritti tra il 1973 al 1980. Nel 1982 Parise vince il Premio Strega.

Il primo racconto “Amicizia” consegna il messaggio che quest’ultima nasca dalle esperienze, e che queste siano tutte uniche ed irripetibili. Il secondo intitolato “Cinema” vuole soffermarsi sull’appagamento di un desiderio, che per un bambino si rileva essere quasi immediato, mentre diviene più difficoltoso per una signora di mezza età carica di aspettative. Il terzo intitolato “Italia” vuole essere un’allegoria del Paese attraverso la parabola di vita di una coppia che si ama. Il quarto racconto sulla “Libertà” vuole ravvedere quest’ultima in quella di un pittore americano a villa borghese, libero di esprimersi nel suo lavoro creativo. Il penultimo racconto “Gioventù” rimembra l’incontenibile desiderio giovanile che non teme alcun ostacolo. Chiude la lettura il racconto “Donna” che nel descrivere una donna con marito e figli, abile nel godersi una sciata, rileva la sua insoddisfazione davanti allo specchio.

Seguire questi racconti si rivela un viaggio nelle pieghe dell’anima, emozioni, sensazioni e attimi di vita degli esseri umani, nei loro ragionamenti e respiri. Un viaggio con una caratteristica compenetrazione, data da un uso ingegnoso dei verbi, soprattutto dell’imperfetto. Moretti, nella sua consegna al pubblico, è stato abile nei toni e nelle pause, rendendo godibilissimo l’ascolto.