Festa di Montevergine: travolgente appuntamento al Sannazaro tra sacro e profano

RECENSIONE – Ritrovare, il giorno dopo, un coriandolo nella piega della borsa, ti porta ad esclamare con ancora più convinzione che “La Festa di Montevergine” del Teatro Sannazaro ti resta viva addosso per giorni. Nella sera di Santo Stefano è andata in scena la prima di questa edizione, con un acclamato sold-out di pubblico. L’allestimento è stato immersivo, particolare e totalmente coinvolgente per lo spettatore che, seduto al tavolo con tarallucci, vino rosso e balli sui tavoli, si è ritrovato nel pieno della festa, tra inciuci e devozione.

Il testo fu scritto da Raffaele Viviani nel 1912 e andò in scena per la prima volta il 6 gennaio 1928, a Napoli. La decisione di darle nuova vita è stata di Lara Sansone, regista e attrice protagonista, che con coraggio, nel 2016 decise di riallestire lo spettacolo in memoria della nonna, Luisa Conte. Grandissima interprete della tradizione napoletana che con grande determinazione, negli anni settanta si impegnò nella difficile impresa di ristrutturare il Teatro Sannazaro.

È importante tenere presente che ricordare la tradizione permette di capire la Napoli del presente. Un atto dovuto per riconoscere la veracità del suo popolo oggi. La festa di Montevergine, ancor più di un evento di devozione, per cui giungevano a piedi pellegrini da tutto il Sud Italia, era un grande e atteso appuntamento sociale.

Cosi come la festa, nello spettacolo, è stata resa dalla scenografia ed il grande talento della compagnia (ben trentotto attori, anche bambine), tra sfide di declamatori, chiacchiere da osteria e vanità; l’idea del sacro è stata resa da profumo di incenso, inni, processioni ed un magistrale disegno luci di Luigi Della Monica. Incantevole la scena della processione che conduce lo spettatore fin dentro il santuario, davanti all’altare.

Al sacro pertiene la ricorrenza dell’appuntamento di devozione, che faceva scalare il monte a piedi fino al santuario, ed è lì che si assiste a suppliche, richieste dei fedeli e mendicanti. Si susseguono, soprattutto nella prima parte, sguardi carichi di speranza di ricevere la grazia richiesta. Mentre al profano si riconducono gli intrecci di tre coppie piccolo borghesi che, sollecitati dalla moglie di uno, si trovano scompigliati da un triangolo amoroso che diventa il pettegolezzo della festa.

Perfettamente nella parte della scompigliatrice (A’ Maesta), Lara Sansone, dalla recitazione ineccepibile. Si distinguono anche: Lucio Pierri nelle vesti di suo marito, O’ Sanguettaro; Ciro Capano (O’ Vrennaiuolo), Ingrid Sansone (A’ Farenara), Gennaro Di Biase (Don Raffaele Attunaro) e Ivana Maione (Donna Vincenza), protagonisti delle vicende amorose. Molto divertenti gli interventi di: Biagio Musella, Mario Aterrano (anche assistente alla regia), Arduino Speranza (accompagnato sorprendentemente in scena da un asinello sellato) e quello del “tiro a tre di cavalli” composto da Davide Di Micco, Emanuele Esposito e Antonio Aversano.

Altri attori, in ordine di entrata, con costumi di Luisa Gorgi Marchese: Enzo Tammurriello, Pino Lamberti, Marco Palmieri, Massimo Peluso, Giosiano Felago, Rosaria Russo, Marianna Capano, Francesco Rivieccio, Claudia Liucci, Marta Grazioli, Annamaria Colasanto, Pino Lamberti, Alessandro Di Napoli, Rosaria Russo, Loretta Palo, Savio De Martino, Greta Gallo, Christopher Vanorio, Gabriel Vanorio, Michela Conte, Isabella Di Napoli, Clarissa Di Napoli, Conny Loffredo e Marisa Portolano.

In scena fino al 7 gennaio. Per info contattare il Teatro Sannazaro.