RECENSIONE – Toni Servillo arriva a Napoli al Teatro Bellini con uno spettacolo che ci ha lasciati ancora una volta estasiati.
Tre modi per non morire è un viaggio teatrale che parte da Baudelaire attraverso i fiori del male e passa per Dante culminando con gli antici Greci. Un’importante riflessione sulla poesia, sull’amore e sull’arte della vita che genera pensieri fondamentali e necessari, che però purtroppo oggi sembrano fissi ad osservare le “ombre” sul muro.
La creazione artistica di questi passaggi ha contribuito a plasmare il nostro mondo che risplenderà in eterno, con la riflessione sulla bellezza interiore identificata come antidoto contro la depressione, l’ingiustizia, le guerre, il predominio.
In questo percorso c’è tanta poesia, mezzo di salvezza in una prospettiva offerta da Dante che nella sua divina commedia parla dei Greci, proprio loro, che secoli fa avevano già capito e che ci avevano già trasmesso con tanto intelletto come vivere liberi.
Vivere è andare a teatro, lo avevano creato e ovunque conquistavano ne creavano uno. Elemento fondamentale, dove si conosceva e conosce ancora la verità, dove si riscopre se stessi. E’ tutta una poesia intesa come forma in cui la vita si fa nostra.
Servillo ci ha affascinati, modulando le parole come solo lui sa fare, trasmettendo conversazioni d’altri tempi, invitando il pubblico ad avere il coraggio di liberarsi delle catene moderne che limitano la libertà di vedere nuovamente la luce, accecante, ma necessaria per tornare a vivere ed amare.