La regista e coreografa Francesca la Cava presenta il 1° studio di GIRUGIRU, nuovo progetto della compagnia GRUPPO e-MOTION, realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Abruzzo e del Comune dell’Aquila. La performance andrà in scena in forma di studio sabato 7 ottobre al Palazzo Ducale Orsini di Solofra (AV) – ore 20:30 – (GIRUGIRU 1° studio) e mercoledì 11 ottobre all’Orto Botanico di Cagliari – ore 21:00 – (GIRUGIRU Hortus Botanicus – 1° studio site specific).

«Attraverso la conoscenza delle memorie dei differenti miti dei paesi che si affacciano sul mare, ricerchiamo e sperimentiamo un sincretismo culturale acentrico ed eccentrico – dichiara la regista Francesca La Cava – in cui rientrano, nella loro eterogeneità, tutti i fenomeni umani nei quali la cultura si crea e si trasforma. In questo modo lasciamo il posto alla proliferazione dei punti di vista e alla moltiplicazione dei corpi narranti, che si delineano come spia della frammentazione della verità, di una realtà non più assoluta ma relativa e parziale».
Il processo creativo dello spettacolo si basa su alcuni concetti chiave fondamentali: la contaminazione di linguaggi, metodi e tecniche fonde MIGRA-AZIONI, TRASFORMA-AZIONI e MOLTIPLICA-AZIONI, un’ibridazione che cerca nell’antropologia, nel rituale e nelle infinite sfaccettature del quotidiano nuove risposte.

Le MIGRA-AZIONI vengono intese come scoperta delle origini di altri paesi, scoperta dell’identità e delle abitudini del luogo prescelto. Le TRASFORMA-AZIONI invece veicolano il ricordo, trascinano la possibilità di conoscere l’uguaglianza e la diversità tra i popoli nelle loro manifestazioni rituali (cibo, musica, danza, costumi, etc.) e racchiudono il valore della trasmissione: la possibilità di continuare la pratica di ciò che è stato e può continuare a esistere.
Infine le MOLTIPLICA-AZIONI, che consentono di spargere e individuare una struttura universale. La coabitazione e la conoscenza di più tradizioni e di diversi rituali aiuta a far emergere l’identità e ad apprezzare maggiormente le nostre radici. Un movimento lineare che presuppone dunque una ricerca profonda dell’identità, del passato e di nuovi orizzonti possibili.
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