Al Trianon Viviani in scena “Piacere mio” di e con Piera Russo

NAPOLI – Al Teatro Trianon Viviani, il 1 luglio, in scena in prima assoluta “Piacere mio” di e con Piera Russo. 

“Se l’uomo esterna il desiderio di un divertimento, la donna sia sempre pronta a soddisfarlo, anche se stanca  o sofferente. Se poi lo stesso desiderio è in lei e non è condiviso dall’uomo, non insista e vi rinunzi  serenamente.” Leggendo queste parole dal libro di economia domestica della madre, la piccola Simon, nata in  Italia negli anni 90, si interroga per la prima volta su cosa significhi essere una donna. Inizia così il viaggio di  scoperta nelle diverse fasi della sua vita. Ogni tappa è accompagnata da una parola chiave e dalla relativa  etimologia, di cui Simon si serve come bussola per non perdersi nei luoghi comuni. Bambina, ragazza,  giovane donna, compagna, madre, anziana sono gli abiti che indosserà nel corso della sua esistenza.  Dimensioni, colori e stoffe cambiano, così come il tempo, i luoghi e i legami. Resta però, come un filo rosso  impigliato in ogni veste, un unico grande conflitto: ricercare il suo autentico piacere o assecondare il bisogno  di compiacere? 

Piacere mio è il monologo di Simon, una donna che, nata in Italia negli anni novanta, si chiede cos’è una donna. Lo spettacolo dai ritmi serrati e i toni tragicomici racconta Simon nelle diverse fasi della sua vita, interpretata come un viaggio. Ogni tappa è accompagnata da una parola chiave e dalla relativa etimologia, di cui Simon si serve come bussola per non perdersi nei luoghi comuni. 

Da bambina vivace e curiosa del mondo, Simon deduce dalle raccomandazioni della madre, appassionata di manuali di economia domestica, che essere femmine è molto meno divertente che essere maschi. Le sue azioni sono limitate da una serie di privazioni imposte dai genitori che inspiegabilmente per Simon non sono  presenti nei confronti del fratellino. “Sono cose da maschi, tu fai cose da femminuccia” si sente dire e presto  impara che non basta la diversità corporea, già di per sé complessa da comprendere, ma ci sono regole sociali da rispettare per appartenere a un genere piuttosto che ad un altro. Da adolescente nell’incontro con Filippo, avendo sommariamente e goffamente introiettato un’idea di donna giusta, inscena  un copione noto dalle note ironiche in cui però il personaggio “donna” rappresentato da Simon è incontrasto  con ciò che lei davvero sente e pensa e che confida al pubblico rompendo la quarta parete. È proprio in quell’incontro/scontro corporeo con l’alterità nuova, quella maschile, che emerge in lei il senso di  vuoto, fisico ed emotivo, se mai le due sfere possano essere separate. Da trentenne, che temporalmente coincide con il contesto storico attuale, il personaggio “donna” sembra essere maggiormente codificato in lei, ma più Simon si avvicina allo stereotipo femminile contemporaneo più si allontana da sé stessa, intravedendo nell’ossessione del controllo in nome della perfezione estetica il principio di un baratro. Simon incappa poi in Antonio, si abbandona a lui e, tonda, cerca di entrare in un quadrato ovvero la casa reale, metafora della stabilità familiare, che per lei diventa però difesa dalla vita. Simon vive di riflesso, determina sé stessa in funzione del suo uomo. “Se lui mi ama, mi amo anche io” dice e nell’illusione di una fusione astratta con l’altro, spinta anche dalla pressione dell’aspettativa sociale, perde la sua identità in nome dell’idea di famiglia. È sempre in nome delle idee che il corpo precipita, fino ad arrivare a squarciare  il velo patinato e a mostrare le cose nella loro realtà disastrosa e autentica: Simon non sa chi è. Non sarà  neanche la funziona di madre, in cui amore e paura si mischiano conflittualmente, proprio come in sua madre, a risolvere il senso della sua ricerca. 

In un futuro in cui la tecnologia viene incorporata e allontana dai corpi, Simon ormai anziana, tra reminiscenze e lacune ritorna a interrogare il vuoto che si porta dentro. E in quel dialogo intimo e profondo che rompe la paura di essere controllata, arriva onestamente a zittire le voci di fuori, a liberare il suo segreto, a rinascere. 

Che cos’è una donna? Un mistero ontologico che non ha risposte, come la vita.

 

 

Per informazioni circa l’acquisto del biglietto è possibile contattare il botteghino al numero 081 0128663