INTERVISTA – “Profumo Comico di Donna”, questo il titolo del nuovo libro di Maria Bolignano, in uscita il prossimo 5 dicembre, presentato da Mea Edizioni. Attrice poliedrica, da moltissimi conosciuta per i suoi personaggi comici inseriti nelle trasmissioni Rai (“Made in Sud” e “Fatti Unici”), da altri ancora per i suoi carismatici ruoli a teatro o le partecipazioni in film e serie televisive. Oggi decide di mostrarsi al pubblico, in una sua versione inedita, a celebrazione della femminilità in tutte le sue sfaccettature. Una raccolta di racconti umoristici, anticipata da un progetto fotografico corredato di una lunga intervista.
E’ stato lanciato, agli inizi di novembre sui social, il progetto fotografico che ti ha visto protagonista in meravigliosi scatti. Com’è stata concepita l’idea e quando è nata?
L’ideatore, Emanuel Perisano, è un make-up artist bravissimo che conosco da molto tempo. Abbiamo avuto piacevolissime conversazioni, in diverse occasioni, spesso inerenti lo stereotipo della figura femminile soprattutto quelle del mondo dello spettacolo. Lui mi disse un giorno “Dato che ne parli sempre, perché non rendi pubblica questa tua posizione?”. Devi sapere che io per lavoro utilizzo i social, ma tutto quello che invece rientra nella mia sfera privata, difficilmente lo rendo pubblico, sono molto gelosa della mia intimità, di mio marito, della mia opinione e dei miei figli. Ho sempre inserito cose inerenti i mie personaggi, la comicità, cose che facessero sorridere la gente perché questa è la mia vocazione. Lui disse “Ho voglia di far vedere un lato di te che il tuo pubblico non conosce” ed io ho deciso di fidarmi. Così è stato concepito “Quello che le donne non dicono” che è il titolo del progetto dello shooting, che si rifà alla canzone di Fiorella Mannoia. Abbiamo detto cose in maniera molto leggera che, sottolineo, non è superficialità. Per essere leggeri si deve essere pesanti (sorride), ed è così che si sono affrontati tematiche quali femminilità, sensualità, sesso e cellulite per citarne alcuni.
Hai parlato di fiducia poco fa, quanto ti ha aiutato in questa nuova esperienza da modella?
Tantissimo. Sul palcoscenico, in teatro o in un’arena, con tantissime persone mi sento totalmente a mio agio, con l’obiettivo invece ho dovuto fare un lavoro su me stessa enorme e prendere confidenza. Il format fotografico è stato costruito con gli scatti strepitosi di Anthony Mathon, fotografo di New York che si è trasferito a Napoli, fenomenale. Essenziale è stata la fiducia e la linearità di intenti. Siamo andati molto sul sobrio, dovevo essere me stessa però celebrando i miei 50 anni, una bella immagine che non togliesse molto della mia età e della mia personalità anche se vestita Giorgio Armani e con dei capelli sensazionali in una location stupenda. La prima cosa che ho detto è stata “Guarda che io sono una pessima modella” ed Emanuel mi ha risposto “Per le modelle ci sono due cose fondamentali, la prima è che le labbra devono essere sempre socchiuse e la seconda riguarda la posizione delle mani, devono essere sempre come se fossero unte, appoggiate ma non attaccate al corpo”. Questa cosa mi ha fatto ridere e mi ha messo a mio agio. Poi man mano che ho visto gli scatti mi sono rasserenata perché mi sono sentita protetta, avevo la sicurezza che quello che avrei visto rispecchiava quello che volevo. Per noi donne la fiducia è tutto.
In queste foto il tuo sguardo è molto definito, l’hai percepito anche tu riguardandolo?
Anthony ed Emanuel già lo sapevano, erano più coscienti di me. Loro mi hanno dato l’input di porre una domanda a me stessa prima dello scatto “Quale sarebbe il tuo sguardo?”. Quando l’ho rivisto mi sono molto sorpresa, da un lato mi sono resa conto che forse le persone quando si interfacciano con me hanno ragione ad intimidirsi (sorride) da un altro ho riconosciuto una fierezza definita. Ho capito una cosa che si dice spesso ma che è la vera grande conquista di ogni donna: essere fieri di accettarsi così come si è ci rende belle. Ho dato chiare indicazioni affinché, anche in fase di post produzione delle immagini, non fosse nascosta neanche una ruga. Me lo dico da sola, quelle foto sono di una donna che ha voluto essere sensuale senza mostrare centimetri di pelle, non ho mai ostentato alcuna parte del corpo, non perché ho cinquant’anni ma perché non è essenziale. Sui social le donne mi hanno adorato, ed il pubblico maschile non si è mai permesso, tranne qualcuno che ovviamente ci sta sempre in percentuale, di andare oltre. Perché è un immagine femminile sensuale che genera rispetto. Questo volevamo fare.
Prima l’hai chiamata vocazione, io la definirei arte, quella di saper far ridere. Hai un bellissimo rapporto con i tuoi fan che hanno avuto modo di apprezzarti, ancor di più in pieno lockdown, perché sei stata molto presente quotidianamente offrendo momenti di spensieratezza. Anche adesso per grandi tematiche scegli la via dell’ironia. Quanto credi in questo canale comunicativo?
Io ho un bellissimo rapporto con il pubblico, sui social sono molto presente, mi piace rispondere personalmente ai commenti. Ho un amico Social Media Manager, Antonio Pellino, che mi aiuta, ma per quanto riguarda le risposte mi piace sempre farlo personalmente. Ho 23 mila follower ed è abbastanza gestibile ancora. L’ironia per me è un modus vivendi, anche se sono molto seria, nelle mie battute sono sempre attenta a non fare body shaming, battute sessiste o classiste. Credo che l’ironia sia l’unico modo per trasmettere messaggi importanti e di spessore. Uno dei miei racconti si chiama “Però gli uomini sanno parcheggiare” che ironizza sui passi avanti, ma indietro, che ancora oggi in Italia si fanno sulla condizione femminile. Io tengo anche dei corsi, workshop per i giovani attori, ce n’è uno che si intitola “Come essere attori e nonostante tutto vivere felici”. Mi rendo conto che quando spiego argomenti attraverso una comunicazione ironica, questo messaggio non solo viene recepito più velocemente ma resta anche di più nella mente. Pensi più spesso a qualcosa di positivo, cerchi di tenertelo stretto. Una battaglia che porto avanti da sempre è quella che circoscrive l’attore comico ad un attore di serie B, ci sono attori di differenti livelli in tutte le categorie. Questo è un altro stereotipo! Assolutamente sbagliato. Provateci a far ridere, mica è facile?! Altro stereotipo che davvero non sopporto è legato al fatto che una donna che voglia far ridere debba necessariamente essere ridicola. Con il personaggio della MILF, ad esempio, ho lavorato molto sulla fisicità e, devo ammetterlo, con grande difficoltà. Ho faticato molto per farlo apprezzare, soprattutto alle donne a cui era inizialmente antipatico. Però per me è stata la dimostrazione che il personaggio se costruito bene ha in sé la sua verità.
La prefazione del libro è di Maurizio Casagrande e tra i racconti ce n’è uno scritto insieme a Fabiana Fazio. Ci parli di queste collaborazioni?
Il libro è pubblicato da Mea Edizioni che è una casa editrice abbastanza giovane, nata poco prima del lockdown. Preferisco sempre collaborare con piccole realtà che però vogliono crescere e lavorano con la cultura e sul territorio. Questi racconti, erano nel cassetto da tempo. Qualche anno fa intrapresi il progetto di raccoglierli in un libro per beneficenza che sarebbe stato messo a disposizione della Onlus “Trame Africane”. Per la prefazione subito pensai a Maurizio Casagrande. Apprezzo molto il suo humor molto pulito e adoro i suoi tempi comici. Stimo molto il comico che riesce a far ridere anche nelle pause. Quando lo contattai non lo conoscevo ancora, se fosse andata male avrei incassato il rifiuto. Poi nacque un rapporto epistolare e ne sono stata molto felice, abbiamo avuto modo di incontrarci ed è una persona davvero squisita. Questo primo progetto non andò in porto, ne fu fatta una realizzazione ridotta per distribuzione privata e quindi a distanza di tempo ho sentito la voglia di offrire questi racconti ad un pubblico più vasto. L’ho ricontattato per chiedergli se avrei potuto mantenere la sua prefazione e lui l’ha confermata senza esitazione. A quei racconti ne ho aggiunti di nuovi ed in particolare una Stand-Up comica scritta a quattro mani con la bravissima Fabiana Fazio che metteremo in scena appena possibile. Racconto brevissimo sul lockdown intitolato “Il diaframma bloccato e chi lo sbloccò”, perché devi sapere che tra i sintomi di chi contrae il coronavirus c’è il blocco del diaframma e questo dato mi ha da subito colpito molto. Altra collaborazione per me importantissima quella con il regista Luciano Melchionna con cui ho un rapporto meraviglioso. Mi ha dato molti consigli e il titolo “Profumo comico di donna” lo devo a lui. “Profumo di donna” è uno dei racconti che si rifà al film interpretato da Gassman, probabilmente è il racconto che lui ha preferito tra tutti e per il titolo mi consigliò di aggiungere “comico”. Avevo necessità di avere pareri di chi mi conosce molto bene e che la pensa come me, infatti abbiamo idea di fare insieme una commedia un po’ particolare quando sarà possibile. Lui scrive cose molto più articolate, portai un suo monologo l’anno scorso al Napoli Teatro Festival ed era davvero molto complesso, quasi sembrava uno spartito musicale. Quando glieli ho sottoposti misi le mani avanti, dicendogli di non aspettarsi chissà che, e invece a lui sono piaciuti molto probabilmente perché abbiamo lo stesso modo di vedere le cose ma lo esprimiamo in modi diversi, raggiungiamo lo stesso traguardo per altre vie.
Non possiamo sbilanciarci molto sulle previsioni della ripresa del teatro perché non conosciamo la possibile evoluzione della situazione epidemiologica. Ma come ti immagini la ripresa e cosa ne pensi della grave crisi che ha vissuto?
Il settore del Teatro era già in crisi da prima. Questa situazione deve essere di monito a noi operatori dello spettacolo, che dobbiamo essere i primi a ricordarci di essere non soltanto artisti ma anche lavoratori. La mia grande speranza è che questa occasione di ascolto, data durante questa crisi, non venga meno nel momento in cui si ricomincia a lavorare. Si deve tenere alta l’attenzione sulla tutela dei nostri diritti. I tempi per il teatro credo saranno lunghi non tanto per gli attori e indipendentemente dalla riapertura dei teatri ma perché bisognerà recuperare la voglia del pubblico di tornarci. Nonostante il teatro sia uno dei luoghi più sicuri in assoluto, adesso c’è timore negli animi e si dovrà giungere al punto in cui le persone decideranno di affidarsi ai protocolli di messa in sicurezza, con la volontà di partecipare ad un sogno e non ad un incubo. Sia gli spettatori che gli attori capiranno la fortuna di stare in teatro.
Il libro “Profumo comico di donna” è in libreria dal 5 dicembre, ma può essere acquistato anche on-line al link https://www.edizionimea.it/product/profumo-comico-di-donna/