A descrizione della rassegna “La lanterna magica”, in scena al Nuovo Teatro Sancarluccio, una citazione di Rabelais: «Il bambino non è un vaso da riempire ma un fuoco da accendere». Sposa e promuove questo progetto di teatro per l’infanzia la compagnia “Il Teatro nel Baule”, di cui abbiamo incontrato uno dei fondatori, Sebastiano Coticelli.
Ci racconti dell’ideazione di questa rassegna?
La “Lanterna magica” è quest’anno alla sua seconda edizione, ed è nata come naturale evoluzione de nostro progetto. “Il Teatro nel Baule” nasce nel 2010 con quattro attori, registi e formatori teatrali. Di quei fondatori siamo rimasti io e Simona Di Maio, cui si è aggiunto in modo molto attivo, Luca Di Tommaso. Inizialmente il nostro era un teatro basato molto sul mimo corporeo, con continua indagine su tipi di maschera e clown. Quando ci siamo resi conto di una costante poetica comune, abbiamo iniziato a direzionarci verso il mondo dell’infanzia. E quando dico “infanzia” intendo dai 3 agli anta anni (sorride) perché anche ai nostri corsi per adulti ritroviamo bambini con voglia di riscoprirsi e giocare.
Quali sono secondo voi le caratteristiche del teatro per l’infanzia?
Ci sono sicuramente degli elementi immancabili. Innanzitutto lo stupore, perché quando un bambino sta lì con la bocca aperta è una meraviglia, un po’ quando al circo, tra acrobati e illusionisti, hanno quella faccia del “ma come ha fatto?”. Poi la poesia, perché i bambini sono poetici sempre, il loro modo di vedere il mondo è di vederlo da tante prospettive diverse. E poi c’è il divertimento, i bambini vogliono saltare sulle poltrone, vogliono ridere di una risata che nasca da un rapporto di simpatia con l’attore. I nostri spettacoli molte volte rompono la quarta parete, e noi lo facciamo con tanto piacere, nonostante il rischio dello scatenare i bambini, perché certo poi non puoi fermarli nell’immediato. C’è una frase, contenuta nel nostro spettacolo “Storia di uno Schiaccianoci” (finalista Premio Inbox2019) che è “Ci credi?”, probabilmente racchiude tutti questi elementi. I bambini te la pongono e vogliono che tu gliela ponga. Ci credi che quella cosa può succedere? Allora, come spesso diciamo a loro, se i bambini allenano la fantasia e la creatività e ci aiutano a mantenerle alte, noi possiamo immaginare il migliore dei mondi possibili. Il crederci è il primo passo per poterlo realmente costruire. Non si tratta solo di vedere uno spettacolo ma di rafforzare il “ci credi” nella tua vita. Questo è il regalo che ci fanno i bambini.
In queste caratteristiche la vostra missione?
Noi sapevamo che la nostra compagnia avrebbe portato avanti un progetto, un modo di stare, una visione, un modo di prenderci cura di determinate cose. Quando parli di teatro per l’infanzia, coinvolgi anche i genitori. Se i bambini hanno quelle percezioni, e noi facciamo lo sforzo di entrare in quelle prospettive allora il cuore diventa elastico. Credo ci siamo pochi altri modi per rivoluzionare una città e i suoi abitanti. Siamo molto attivi con spettacoli nelle scuole, e di recente una maestra ci ha detto “per questi bambini il teatro siete voi, perché loro non sono mai andati a teatro e per loro il teatro siete voi che venite qua”e per noi questa è una responsabilità bellissima.
E adesso che il Covid19 ha determinato la sospensione delle attività?
Venerdì 13 marzo è partita Radio Baule, una vera e propria rubrica di audioracconti, diffusi attraverso Youtube e Facebook. Con la scelta della radio vogliamo dare la possibilità ai bambini, ma anche ai loro genitori, di ascoltare e soprattutto di immaginare le parole e i racconti. E’ il nostro modo di creare un ponte che continua a tenerci uniti con il nostro pubblico.