L’accoglienza di luci soffuse, con quel calore così ospitale che i loro toni sono in grado di dare. Brillanti ma ovattate da un’atmosfera “familiare”, accensione dei sensi intensamente svegli se pur armonicamente in pace tra loro. Hai presente le lucciole in una serata d’inizio estate? Tu con la spensieratezza dei 14 anni, la serenità di una stagione così accomodante, nessun dovere e solo tanta energia potenziale, presupposto di un gradito momento di felicità. Manca un po’ il respiro all’entrata del Teatro Bellini, durante una festa così particolare come quella del Palomart. È il caldo di una platea fuori stagione, del velluto rosso stravolto d’arte contemporanea. È sudore senza insofferenza, quello di un forte abbraccio che sa come far rilassare.
Sono le 18.00 del 26 maggio 2018; aleggia la suspense su un appuntamento senza rintocchi: tutto è parte del grande contesto. La scena non ha pareti: tutte le età danno vita allo spettacolo. Improvvisata, originale, celebrazione di un calendario terminato bene e che fa già il countdown per ricominciare. È lo spettacolo stesso che assume il ruolo di presentare. Sei così libero di fare quello che vuoi che sul momento non sai cosa fare, ma la scia della curiosità non è ancora svanita che lo show ti prende per mano e sa dove andare. Ore 19.30 e il Palomart è metateatro. Sul palco piccolo si comincia a suonare, negli angoli del foyer a festeggiare. Tutto si riempie, gli artisti si susseguono in questo carnevale. Entrano in scena più come note di musica jazz che quelle studiate di un’orchestra sinfonica, metafora così calzante per il gioco di anime tipico della nostra città ospitante. È un grande caos armonico e colorato, proseguirà fino a tardi senza mai ostentare.
Salutiamo il Bellini, spirale infinita, divertente e surreale, che accoglie l’essenza più moderna del teatro napoletano. Luogo per fortuna fisico dove non puoi far altro che scivolare, nei suoi gironi vitali, lasciarci trasportare.