Qual è stato il motivo che ti ha spinto a creare un monologo che si svolgesse all’interno di un cocktail bar?
Il cocktail bar è un luogo per il quale nutro una certa suggestiva fascinazione. La dinamica emozionale e psichica di cui la notte è istigatrice promuove apparenti contraddizioni, passando da esigenze intimistiche , introspettive, ad ostentazioni esibizionistiche . E’ l’esigenza di spogliarsi, per riconoscersi umani, che ci muove a raccontarci in questo bar che è un “non luogo”, dove tutto è possibile…soprattutto dopo 5 negroni! Il bar è un tempio alchemico, una maledetta infermeria dell’anima, ti siedi e c’è chi della tua se ne prende cura….il barman è il tuo farmacista. Un gioco catartico insomma, dove raggiunta una certa gradazione, ci si sorprende in confessioni inedite, ma condivise sullo stesso copione. Poi i cocktail bar sono bellissimi, sono oggetti d’arte, mi piace che lo spettacolo ci viva dentro , che la “cerimonia dello show” avvenga nella sua “sacra dimora”. E poi la regola che applico quando scrivo un format è rispondere alla domanda : è qualcosa che mi divertirebbe vedere, a cui avrei voglia di assistere? In tal caso mi attrae l’idea che uno spazio quotidiano prenda vita, sia attraversato da vitalità artistica, dove nella drammatizzazione del suo immaginario, volendo consapevolmente rivolgermi al pubblico che frequenta proprio quel luogo, proverò incoscientemente a generare l’esperienza di un folle psicodramma
Qual è la location che hai scelto per quest’evento che si terrà il 24 aprile?
E’ il Donna Romita- Alcolici e Cucina. Il nome è tutto un programma. Il posto è bellissimo, situato nel cuore del centro storico a Napoli, in vico Donna Romita appunto (nei pressi di Piazzetta Nilo). Qui un eccellente cucina mediterranea di ricerca dialoga egregiamente con una mixology di alto livello. Senza parlare della cantina, che si trova nel piano sotterraneo tra le mura di tufo di quest’antico edificio, ed è proprio li in questo spazio davvero suggestivo di grande atmosfera, dove terro’ la performance nel dopo cena
Il pubblico sarà semplice spettatore o vi saranno momenti in cui il pubblico interagisce con il protagonista ?
In questa fase iniziale in cui lo spettacolo prenderà forma, farà il suo rodaggio, sarà un’ interazione guidata, controllata, affinchè tutto avvenga nell’economia dell’intrattenimento, a salvaguardia dello spettacolo, tenendo conto delle regole del” gioco”, della messa in scena e dell’equilibrio dei tempi…per ora… Ma ho già in mente qualche idea da mettere in atto prossimamente che stravolgerà un po’ gli equilibri, e perché no ? anche l’arrivo di qualche “sorpresa” che non svelerò ancora
All’interno della performance ci saranno anche dei momenti musicali curati da Tony Guido. Che genere musicale hai scelto?
Si, ci sarà il maestro Guido, che il grande pubblico televisivo avrà potuto ammirare nel progetto Sud 58 in Made in Sud( lui era la mente del trio). Tony ha tante anime, ed è un artista poliedrico, essendo oltre che cantante, anche polistrumentista, arrangiatore, compositore, produttore, autore… abbiamo lavorato accuratamente in studio all’elaborazione di una struttura sonora dalle connotazioni ambient/ elettroniche. Lui è riuscito con grande sensibilità e pazienza a tradurre in musica, le mie idee musicali dialogando con grande apertura sui referent che gli sottoponevo…Oltre alle bellissime tracce strumentali, troveremo delle rivisitazioni di brani dei Depeche Mode, Bowie, Iggy Pop, Frankie Goes To Hollywood….insomma le canzoni che canterò saranno “pezzi” importanti del racconto…
E’ la tua prima esperienza di monologo in una location per così dire “atipica” per un attore?
In effetti no, in passato ho frequentato spazi “non convenzionali”, ma i format erano diversi, i sistemi narrativi erano differenti. Se si vogliono poi considerare gli anni del cabaret, dove ho fatto spettacolo anche in un negozio della Folletto (con tanto di mini aspirapolvere in omaggio!) posso solo dire che sono stati un’esperienza incredibile che ha accresciuto la mia capacità di improvvisazione, di ascolto del pubblico, di adattamento. Mi ha reso più pronto e smaliziato. Un’esperienza impagabile insomma, che può rappresentare per il mio bagaglio, solo un valore aggiunto.
Ci sono già altre date in cantiere per il progetto “Prodezze Iperalcooliche” ? Se si quando e in quali location?
La prossima sarà al Blue Turtle, un altro posto molto fico dove si fa musica di livello. Le altre le stiamo definendo, ma prometto che vi terrò aggiornati
Da spettatore e da protagonista, quale pensi possa essere il futuro del teatro ?
Non saprei dare una risposta secca a questa domanda. Posso rispondere per me . Alimentando la mia curiosità nel cercare fuori e dentro me stesso, cercando di far emergere la necessità di raccontare storie, di non accontentarsi, ma di cercare sempre di spingersi un po’ di più, di andare più a fondo, oltre la superficie, di fare e farsi domande. Di mettere in discussione. Posso dire che il futuro del teatro sarà nel modo in cui tratterò questo presente, come artista, come spettatore, ma soprattutto come uomo.