One Man Show di Giorgio Gori su Walter Chiari al ZTN

RECENSIONE – Gli anni d’oro dell’intrattenimento italiano, nello spettacolo che vuole essere un omaggio dell’attore Giorgio Gori in ricordo di Walter Chiari intitolato “Giorgio racconta Walter e Chiari si offende”. Lo spettacolo è andato in scena venerdì 23 febbraio a Napoli nello spazio ZTN Teatro (Zona Teatro Naviganti) con altre due repliche fino a domenica e da subito è stata chiara l’intenzione di Gori che, nel suo one man show, ha voluto raccontare soprattutto l’uomo dietro il personaggio, in tutte le sue sfaccettature. In conclusione, durante i plausi del pubblico, lo stesso ha voluto rimarcare anche la ricorrenza del centenario della sua nascita come ottima occasione per rinverdire la sua esistenza.

Tra racconti, barzellette e riflessioni lo spettacolo conduce lo spettatore lungo tutta l’esistenza di Walter Annichiarico, in arte Walter Chiari. Da quando ventenne si approcciò in modo fortunato per la prima volta ad una standup che poi diventerà “L’ora del dilettante”, la sua collaborazione in tournee per anni con Marisa Maresca, i duetti con Carlo Campanini, la burrascosa storia con Ava Gardner, la dipendenza dalla cocaina, il matrimonio con Alida Chelli, le giornate in carcere, il cinema, ed infine il ritorno sulle scene, reso difficile dai tempi cambiati o, per meglio dire, dalla comicità cambiata.

Gori nella scrittura del testo ha studiato molto. La sua principale fonte, oltre a quella della biografia ufficiale, è stata lo scritto di Michele Sancisi, che in particolar modo è riuscito ad evidenziare anche il rapporto con il padre o le sue sensazioni circa alcuni sketch più di altri. Lo spettacolo è consegnato al pubblico con umiltà e voglia di condivisione. L’esecuzione delle sue barzellette più celebri vuole dimostrare, al pubblico del 2024, quanto le doti di intrattenimento potessero appassionare gli spettatori anche per venti minuti nel seguire una storia in quegli anni. Oggi che si vive di attenzione breve ed immediata, dettata soprattutto dai social.

La dimensione di televisione e teatro degli anni ‘60 e ‘70 rifulge nei racconti della Dolce Vita, di Via Veneto, Canzonissima, e trova lo spazio per critiche e riflessioni della trasformazione che la comicità ebbe soprattutto negli anni ‘90. Un viaggio nel tempo che fa sentire vicini, oltre che Chiari, anche Ugo Tognazzi, Anna Magnani, Raimondo Vianello e Totò. In quelle sane esplorazioni che ripercorrendo sentieri passati riesce a dare nuova luce a quello presente. Un percorso interessante soprattutto per i più giovani.