Al Teatro Mercadante alla prima di “Processo Galileo”

RECENSIONE – Spettacolo molto suggestivo quello al quale abbiamo assistito martedì 6 Febbraio al Teatro Mercadante di Napoli.

Alla prima di “Processo Galileo” erano tanti gli spettatori presenti, soprattutto giovani, nonostante la prima serata del Festival di Sanremo.
Lo scontro tra la conoscenza scientifica e potere, tra scienza e fede. Questo è quanto affronta lo spettacolo che si apre con un prologo basato sugli atti processuali del 1633, i carteggi e le lettere di Galileo.
Il prologo di apertura riprende i dialoghi tra Galileo appunto, la figlia Virginia, il prediletto Benedetto e la Santa Inquisizione. C’è soprattutto una giovane donna che per redigere un articolo sulla relazione tra scienza e società si trova a dialogare con sua madre e con uno scienziato, con un susseguirsi di eventi che culminano con l’accusa della giovane donna nei confronti di Galileo sulla responsabilità di aver innescato con la sua rivoluzione un mondo in cui la scienza sembra spiegare tutto. La giovane si ritrova a perder la madre e incapace di trovar conforto ad elaborare il lutto poichè priva di riti e fede.

Lo spettacolo procedee con protagoniste voci e personaggi di epoche diverse che esprimono invettive contro Galileo e il processo innescato dalla sua sete di conoscenza. Troviamo uno studente confrontato con l’assenza di certezze, una ragazza impegnata in un’impresa apparentemente impossibile di contare tutte le stelle, e un giovane che rappresenta ribelli e militanti politici nel corso del tempo, accusando la scienza di cedere sempre più il controllo dell’esistenza umana alle macchine.
L’esistenzialismo dell’essere umano ripreso totalmente nello spettacolo che però lascia l’interrogativo della luce della scienza e dell’essere umano. Vibrante, forte, carico, con una conclusione di applausi pieni di intelletto da parte di tutta la platea.

PROCESSO GALILEO foto © Masiar Pasquali