La fonte musica per la prima volta a Napoli con Enigma Fortuna

NAPOLI – Presso la Chiesa di Santa Caterina da Siena, il 24 novembre ore 20.30, la Fondazione Pietà de’ Turchini presenta Enigma fortuna – Musica sacra e profana di Antonio Zacara da Teramo, e Johannes Ciconia.

Sarà La fonte Musica diretta da Michele Pasotti, insignita del Premio “Franco Abbiati” 2022, a farsi interprete di un programma interamente dedicato agli esponenti della tarda Ars Nova Italiana. Per la prima volta in scena al Sud Italia, l’ensemble formato da Alena Dantcheva (soprano), Francesca Cassinari (soprano), Gianluca Ferrarini (tenore), Massimo Altieri (tenore), Efix Puleo (viella da braccio), Teodoro Baù (viella da gamba), Federica Bianchi (clavicymbalum), diretti da Michele Pasotti (liuto), col suo lavoro vuole tornare alle fonti, alle radici della polifonia, al senso dei testi lirici e delle scelte compositive.

Michele Pasotti

Antonio Zacara da Teramo è, insieme a Johannes Ciconia e Matteo da Perugia, uno dei musicisti eminenti della tarda Ars Nova italiana. La sua musica, caratterizzata da una varietà di stili, registri e forme, ebbe una vasta diffusione e fu copiata anche in luoghi molto lontani dalla sua origine (Polonia, Inghilterra). Nella musica di Zacara si può parlare di una compenetrazione tra le sfere sacra e profana: interpolazioni, citazioni, parodie attraverso le quali il fascino delle melodie delle ballate profane veste le grandi architetture e i ricchi significati dei testi liturgici, creando una nuova e originale musica sacra, fluida ed elegante come una canzone, alta, profonda e potente come una preghiera.

Zacara viene ricordato per la sua personalità eccezionale: nonostante i limiti della sua disabilità, ovvero la statura molto minuta e la mancanza di una decina di dita tra mani e piedi, fu un compositore di rilievo, citato nei secoli successivi come “scriba elegante”. L’influenza e il carattere innovativo della sua musica si possono misurare soprattutto nelle sue parti di messa. I suoi Gloria e i suoi Credo sono tra le composizioni più celebri, in particolar modo il Credo II e il Credo III, tramandato in diverse fonti e molto diffuso in Europa, specialmente in Polonia. Per quanto riguarda il repertorio profano Zacara si dedica al classico dell’amore infelice, intonato da melodie malinconiche e sinuose.

La fortuna e gli enigmi sono propri del maestro teramano. L’intero corpus delle sue ballate è stato descritto da Francesco Zimei come “Variazioni sul tema della Fortuna”. Variano infatti i modi in cui Zacara si riferisce alla dea bendata: dalla diretta e violenta accusa con riferimenti alla sua biografia, alle lacrime che non riescono a far voltare la sua ruota, all’autoironica Deducto sey, una satira sulla sua incapacità di cogliere la buona fortuna. Le sue ballate sono molto diverse per tono e stile; molte contengono riferimenti autobiografici. È questo un tratto decisamente eccentrico e non comune al suo tempo. In Zacara prevale il gusto per il gioco a discapito della dimensione speculativa: la musica stessa diventa gioco e i suoi enigmi sono tinti di colori popolareschi misti a una certa gaiezza.

Le attività della Fondazione sono finanziate dal MIC – Regione Campania – Città Metropolitana con il patrocinio del Comune di Napoli In collaborazione con REMA – AIAM – ArteCard – Obvia extraMANN – FAI.

Info e prenotazioni al numero 0817611221 o sul sito turchini.it.