RECENSIONE – «Restare nella memoria delle persone, essere ricordati, segnare le persone che si incrociano con l’impronta del proprio passare». E’ questa la funzione del teatro? Cosa succede all’esistenza quando vengono meno questi incontri? Questo periodo di emergenza sanitaria, in particolare, ci ha imposto una distanza sociale incolmabile, ha alzato dei muri costringendoci ognuno nella propria solitudine, in una situazione diffusa di malessere, vuoto e stasi. Ognuno ha cercato di distrarsi in occupazioni che scandissero il tempo riscoprendo, in un momento di negazioni forzate, cosa fosse realmente essenziale. Ma cosa lo è realmente? In cosa definiamo l’essenzialità? Per che cosa abbiamo prenotato consegne a domicilio?
Il teatro è stato incluso tra le attività non essenziali e, per questo, escluso dalla vita di questi mesi. Chiuso quindi ma in fermento, perché privato della possibilità di incontro con il pubblico. Il Collettivo LunAzione, ispirato dalla performance “Consegne” ideata dalla Compagnia Kepler-452 di Bologna, ha presentato la sua versione napoletana, a cura di Eduardo Di Pietro. La performance è particolarissima nella sua attuazione e totalmente immersiva per lo spettatore. Molto accurata nei dettagli e nella metafora che porta con sé. E’ uno spettacolo che ci ricorda quanto possa mancare il teatro, nella sua essenza. Nel suo essere specchio, soprattutto adesso che è più difficile entrare in contatto con se stessi .
“Consegne” si presenta come un vero e proprio manifesto della valorizzazione del processo creativo, attraverso l’utilizzo di una metafora, quella del corriere, che percorre le strade della città con l’obiettivo di consegnare, a chi lo sta attendendo, quel qualcosa che tanto desidera, perché per lui necessario. Così come l’attore che si prepara per incontrare il pubblico per offrirgli un’emozione, in questa occasione mostrandogli il percorso che ha portato a quella realizzazione. Quella che viene mostrata è appunto la strada, in real time, con il suo via vai che dovrebbe essere molto meno affollato. Lodevole l’opera di sensibilizzazione, in cui risulta particolarmente suggestiva l’analisi della parola “coprifuoco”, che in tempi passati, e di guerra, rappresentava il momento in cui si mettevano da parte le armi. «Spegnere il fuoco per il bene comune», fermarsi tutti se non per l’essenziale. Lo spettatore in videochiamata assiste a tutta la strada che con solerzia, impegno e dedizione, il corriere percorre. La conversazione è intima tra i due ed offre continui spunti di riflessione. Alla fine del percorso il corriere suonerà al citofono dello spettatore per la consegna.
La molto convincente Cecilia Lupoli, interpreta questo impavido corriere, che con il suo motorino, giacca a vento e mascherina, conduce l’interlocutore tra ricordi e considerazioni sul presente che stiamo vivendo, intervallati da musica che cammina con loro. La sua speranza è quella di essere per lo spettatore come una canzone che si sceglie in un momento triste, di conforto, quindi, e sostegno quando la malinconia assale. Il corriere, come l’attore, esiste in funzione di quella consegna. Il lodevole obiettivo di questa performance è quello di sensibilizzare al riconoscimento della strada che è percorsa prima di quel momento ma anche del ritorno che non dovrebbe essere ignorato ma seguito. E’ assolutamente un’emozione da vivere, «un incontro improbabile in un momento impensabile tra un attore travestito da rider e uno spettatore travestito da destinatario». Determinante nella riuscita di questa performance, oltre all’adattamento di Eduardo Di Pietro e all’indiscutibile bravura di Cecilia Lupoli, è il coordinamento tecnico di Tommaso Vitiello che apre anche lo spettacolo con indicazioni tecniche ed una frase sicuramente d’impatto quale: «Silenzia il cellulare, come fossi in teatro». Come anche l’organizzazione di Martina Di Leva ed il preziosissimo ufficio stampa coordinato da Gabriella Galbiati.
Abbiamo avuto occasione di incontro con Eduardo Di Pietro e Tommaso Vitiello per un commento subito dopo la performance in videochiamata, per una breve intervista, così come potrebbe accadere in teatro.
Ad Eduardo abbiamo chiesto di quando ha avuto notizia della performance di Kepler-452.
La situazione per tutti è stata, ed è ancora, di stallo e sospensione generalizzata dello spettacolo dal vivo. Io già conoscevo la compagnia Kepler-452, sono giovani come noi e anche se non ci siamo incontrati dal vivo condividiamo una visione molto simile. Quando ho saputo del debutto di “Consegne” a Bologna, esattamente un mese fa a metà novembre, ho da subito pensato che toccasse delle corde che rispecchiano molto il nostro modo d’essere e di fare. Subito ci siamo interessati a questa idea che riusciva a capovolgere lo svantaggio, il vincolo e il limite in una grande risorsa. Tra l’altro in una maniera squisita per noi, perché attraverso la mimetizzazione dell’attore che, come rider, ha il lasciapassare per muoversi, sfrutta una piega nella realtà, il che è sicuramente molto significativo. Cecilia durante la performance sta di fatto lavorando come rider rispettando tutte le condizioni di sicurezza. Ancor più nel momento finale dell’incontro in cui sono osservate le distanze e le cuffie sanificate. Sono molto orgoglioso della riuscita di questa performance.
A Tommaso chiediamo invece il feedback degli spettatori fino ad ora.
Notiamo che le persone hanno tutti un bisogno viscerale di parlare e la stessa videochiamata diventa una possibilità, un appiglio per comunicare. Forse loro sono anche coscienti che si tratta di uno spettacolo teatrale e che sia in realtà, in una certa misura, costruito ma si aprono completamente e danno tutto quello che possono. La linea è talmente sottile tra realtà e finzione: Cecilia è realmente per strada, ma meraviglia della tecnologia, tramite lo strumento della videochiamata riusciamo a condurre anche lo spettatore per strada, che in qualche modo si gode la “passeggiata”, mentre Cecilia entra in scorci di vita loro. E’ un atto performativo veramente molto delicato.
Dal 15 dicembre è possibile prenotare il corriere per “Consegne” essenziali. Il costo del biglietto è di 15 euro, per qualsiasi ulteriore informazione è possibile contattare il Collettivo LunAzione al numero 3349648516.