I “Diari” di Elisa al Palapartenope

Da “Quelli che restano” in duetto con De Gregori a “Se piovesse il tuo nome” scritto da Calcutta e Dario Faini, da “Promettimi” per suo figlio Sebastian a “Ogni istante” dedicato ai fan. Elisa arriva con il suo tour acustico “Diari Aperti” al teatro Augusteo di Napoli, il 30 e 31 marzo. La cantante di Monfalcone ha inciso il suo ultimo album dal titolo “Diari aperti” completamente in italiano: undici tracce che raccontano la vera Elisa. “Avevo il desiderio di trovare una centralità che fosse essenziale. Dopo i concerti all’arena, i miei quarant’anni e alcune vicende personali importanti, come la perdita di mio papà, mi sono trovata a fare i conti con tante cose», ha spiegato la cantautrice in un’intervista e poi ha aggiunto – Per me è stato terapeutico dire la verità. La musica deve scuotere, inquietare. Sono ripartita da quello che usciva. I testi hanno trainato tutto il resto. Le melodie sono arrivate dopo». Nei suoi oltre 20 anni di carriera ha scalato le classifiche di tutto il mondo e ricevuto tantissimi riconoscimenti: dalla vittoria al Festival di Sanremo nel 2001 con il brano Luce, alla Targa Tenco, da due Premi Lunezia a 15 Italian, Wind & Music Awards, dal Festivalbar al Nastro d’argento, e un Premio Regia Televisiva e anche l’MTV Europe Music Award. Nel 2013 il brano “Ancora qui”, colonna sonora del film di  TarantinoDjango Unchained”, scritta da Elisa e composta da Morricone, ha fatto parte delle settantacinque canzoni candidate all’Oscar alla miglior canzone originale. Il Diari aperti tour ha avuto un successo enorme tanto che è stato necessario aggiungere nuove date per un totale di ben 50 live. In linea con l’intimità del nuovo progetto discografico, Elisa ha scelto la dimensione teatrale per privilegiare il rapporto diretto con il suo pubblico. “Teatro per me significa profondità, la possibilità di scoprire le cose in maniera più profonda. – ha commentato Elisa – Pensavo che fosse il contenitore più adatto per questo disco, volevo tornare a mettermi alla prova. Lì è tutto essenziale”.

di Enrica Buongiorno