La memoria, le radici stratificate della nostra città sono il cuore dell’ultima creazione dell’artista partenopeo, che torna in scena a grande richiesta
Dopo il consenso di pubblico e critica ottenuto al suo debutto lo scorso mese di ottobre, torna in scena, a grande richiesta, venerdì 4 gennaio 2019 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 6) al Teatro Nuovo di Napoli, Modo Minore, concerto scritto, diretto e interpretato da Enzo Moscato, per il quale Pasquale Scialò firma progetto, arrangiamenti e direzione musicale.
L’allestimento, presentato da Compagnia Teatrale Enzo Moscato/Casa del Contemporaneo, è un excursus musicale che dagli anni Cinquanta giunge sino agli anni Ottanta, recuperando artisti, autori e brani poco noti della nostra tradizione canora, napoletana italiana e internazionale.
Una scelta, quella del drammaturgo partenopeo, di non inoltrarsi oltre gli anni Ottanta, perché quel fondamentale snodo del Novecento coincise con l’avvio di una pervasiva mutazione antropologica, sociale, culturale e politica, che, lentamente e inesorabilmente, si tradusse in una devastante omologazione di linguaggi espressivi.
La memoria, le radici stratificate della nostra città, sono il cuore dello spettacolo. Moscato canta e recita, accompagnato da un affiatato complesso musicale da camera composto da quattro elementi, Paolo Cimmino, Antonio Colica, Antonio Pepe, Claudio Romano, diretti da Pasquale Scialò.
Un percorso affascinante che, dall’ultimo e romantico Carosone di Giacca rossa ‘e russetto, dall’imperituro e quasi modernista Sergio Bruni di ‘O jukebox ‘e Carmela, dall’ironico Ugo Calise al malinconico Enzo Di Domenico, da Antonio Basurto a Teddy Reno, Mario Trevi, Mimmo Rocco, Bruno Martino, Giorgio Gaber, Luigi Tenco, Pino Donaggio, Sonny and Cher, l’Equipe ’84, Dalida e Gloria Christian, crea, in sintesi, la sfilata, o defilé, di artisti, autori e ‘glamorous’ canzoni d’epoca.
“Modo Minore – si legge in una nota di Enzo Moscato – accompagna in un viaggio mnemonico-musicale, che, scanzonatamente, ma non senza il rigore dell’attenzione e dell’approfondimento filologico si muove, anzi si sposta danzando discretamente in “modo minore”, in umiltà appunto, dal cuore agli arti, dal centro al margine (e viceversa) del complesso e, al contempo, leggerissimo e giocoso impero canoro napoletano e internazionale degli ultimi tre decenni del ‘900”.
E’ una stagione importante per l’attore e drammaturgo partenopeo, che, dopo aver pubblicato nello scorso novembre “Festa al celeste e nubile santuario Compleanno” per Florestano Edizioni, è candidato al Premio Ubu alla carriera (nella short list in compagnia di Giovanna Daddi e Dario Marconcini), e replicherà, nel prossimo febbraio, il suo Compleanno anche a Parigi e Bruxelles.
Dal 4 al 6 gennaio al Teatro Nuovo di Napoli