Da qualche parte sul pianeta Terra, nella periferia depressa di una città costiera. L’Onda è forse solo una voce che si propaga, una psicosi collettiva che cresce e sembra sempre a un passo dall’accadere. Una ragazza ferma ad aspettare qualcosa, a bordo vasca di un delfinario in stato di abbandono. Una donna che vuole andarsene a ogni costo, invischiata nell’inferno di un call center. Un custode sordomuto che si aggira per il parco fatiscente e si cura degli animali lasciati lì a morire. E Miele, il delfino più solo al mondo, che manda enigmatici richiami dalla vasca. Un sogno, che forse non è solo un sogno, conduce tutti nelle profondità di un pozzo carsico, dove le cose precipitano senza rumore.
ACQUARIO è una delle due sezioni del dittico ETERNAUTI, testo teatrale vincitore del premio InediTO – Colline di Torino 2024. Due storie autonome ma speculari, a montaggio alternato, ciascuna con una sua compiutezza drammaturgica. Gli eternauti sono personaggi che abitano un esilio mentale, affetti da uno strano sonnambulismo della volontà, col poco che hanno creano mondi alieni in cui perdersi o continuare a vagare sul posto. La loro è una forma di difesa da una realtà ostile e in sfacelo, in cui è crollata ogni prospettiva di rivolta o trasformazione ed è rimasta solo la speranza della catastrofe. Che avviene e non cambia nulla, o è sempre a distanza di un passo. Una generazione costretta a vivere di fronte al limite immaginario o reale di un’estinzione di specie, a cui è stato banalmente cancellato il futuro.