αἱρετικός (Airetikos): dal greco “aireo” scegliere, colui che sceglie. L’etimologia ci offre un punto di vista diverso dal tradizionale: l’eretico è colui che ha compiuto una scelta, una scelta divergente. Questa parola ci fiorisce in bocca senza alcuna implicazione morale: non contiene un giudizio su ciò che l’eretico sceglie.
L’eresia come seme fondamentale per costruire il domani. L’eresia come motore di scelte provocatorie contro una realtà incapace di rispondere alle domande dell’uomo e che, da sempre, mette al rogo persone, idee, opere che osano contraddirla. Eresia come strumento di lotta contro la naturale tendenza “normalizzante” del Potere e della “falsa eresia”, che, attraverso innovazioni soltanto apparenti, riafferma di epoca in epoca i propri valori dominanti e combatte l’azione decostruttiva della critica. La mentalità eretica come atteggiamento di rifiuto all’ignoranza dello status quo, con spirito vitale e attivo, animato dalla fiducia in un mondo sensibile al nuovo e al diverso. L’eresia come denuncia alla comodità dell’auto-finzione, all’auto-narrazione rassicurante del reale e alla consolatoria riduzione della complessità. Una giornata sull’eresia, non può che essere una giornata dedicata alle Verità scomode. Oggi tanta ricchezza di questa parola nasce dalla sua emancipazione dal contesto religioso che per così lungo tempo l’ha assorbita: in politica, nell’arte e in generale ovunque vi sia un gruppo omogeneo per credenze o idee, per valori o interessi, ci possono essere eretici, persone che scelgono di portarsi fuori dalla via usata.