Schierati nell’ambiente sconfinato – dipinto da Emanuele Perelli e illuminato da Davide Scognamiglio – dal carattere ora lattiginoso, ora cupo e profondo come un buco nero, i corpi autoriali muovono i propri slanci e le rispettive sorti attraverso relazioni spinte e determinate dal libero arbitrio, facendo della storia mitica evocata dai propri nomi un’eco dissonante. L’Iliade omerica è una traccia dissestata la cui ammirata lettura suggerisce inediti slanci: vediamo protagonisti fortemente umani, contemporanei, che realizzano finalmente a partire dalle predestinazioni granitiche e schiaccianti un trampolino per ben altri tuffi, disponendo sul terreno del presente scenico un atto politico e poetico fatto di vitali precipitazioni di sé nel senso collettivo. La composizione drammaturgica e la regia di Adriana Follieri sono create e disegnate accuratamente per la compagnia di attrici e attori: artisti che attraverso l’innesto tra classico, contemporaneo e futuro remoto, nella pratica di “traduzione generalizzata” innescata dall’ibridazione culturale, si fanno simbolo discreto del moto di rivoluzione artistica e incisione sulla realtà auspicato e posto alla base del teatro di Manovalanza. L’azione si sviluppa tra quello che potrebbe essere l’accampamento degli Achei e il mare, uno spazio esteso e desolato abitato da persone lontane con all’orizzonte l’agognata Itaca, incombenti le mura di Troia da espugnare, e in una suadente prossimità la tenda di Achille dove i corpi in vicinanza seppur apolidi trovano la casa, il nido ideale per elaborare la propria crescita e la trasformazione che ne deriva. La violenza incombe, straziante. Tuttavia il processo che porta ciascuno a disadirarsi continua tenacemente. Connotato ciascuno da un Ex Voto, frammento di armatura Per Grazia Ricevuta – che è qui anche simbolicamente inteso come tratto caratteriale e gabbia identitaria – , ogni eroe ed eroina attraversa la possibilità di deporre le protezioni in gesto di sovversiva rinuncia alla guerra, verso un capovolto sistema di affermazione di sé, in campo aperto di anime esposte, rovesciate.
Lo spettacolo LA TENDA DI ACHILLE costituisce il secondo capitolo del progetto DISADIRARE nato dalla ricerca artistica a cura di Manovalanza nelle Case Circondariali e negli Istituti Penali Minorili e si pone l’obiettivo, nella creazione di una Compagnia teatrale con giovani attrici e attori professionisti insieme a persone detenute ed ex detenute, di condividere spazi profondi di ricerca e creazione artistica, aprendo un piccolo varco nella realtà e affacciandoci così a edificarne una nuova, alternativa a quella brutale che l’esterno ci pone come specchio.