Una Via Crucis del nostro tempo, le cui tappe marcano il cammino verso lo sradicamento e la solitudine, un cammino obbligato per tutti coloro i quali sono costretti all’esilio dall’assurdità della guerra. Questo spettacolo è una riflessione coniugata al femminile sui drammi dei nostri giorni, gli ennesimi ed eterni drammi di chi è costretto ad abbandonare la propria terra… ennesimi ed eterni viaggi verso l’ignoto fatti di dolore e sopraffazione. Una riflessione sul mistero della forza creatrice della vita e sull’insensatezza dell’odio che distrugge… Per chiederci ancora una volta chi siamo e perché. Tutto si svolge nella finzione totale e dichiarata: una sola attrice, molti volti, corpi, personaggi… Tanti colori, odori, suoni… tutta immaginazione. Una tazza di caffè… infiniti granelli di polvere che parlano. Milioni di storie vere in una storia di fantasia. Questo spettacolo è un’esperienza molto forte, è uno spostamento. Forse lo spettatore dovrà uscire dalla sua zona di comfort e forse gli tremerà la terra sotto i piedi… è il prezzo per sentire davvero sulla propria pelle tutti i brividi di una storia fatta di terra e polvere da sparo. Una storia che col suo motore poetico manovra lo spettatore, che è parte dello spettacolo, e lo usa senza pietà. In scena non c’è nient’altro che qualche pugno di terra ed alcuni volti che aspettano pazienti il momento per raccontare la loro versione della storia. Terra e polvere (da sparo) è un montaggio basato sull’essenziale, non ci sono decorazioni, né gesti ornamentali, né suoni usati per riempire. In questo spettacolo tutto è imprescindibile… necessario… come la storia che racconta.