NAPOLI – Una domenica di grandi appuntamenti sarà quella del 15 giugno al Campania Teatro Festival. A cominciare dal primo degli eventi internazionali, in scena alle 21 al teatro Mercadante di Napoli.
Nello spazio di piazza Municipio è infatti in programma “Lapis Lazuli”, un arazzo di affascinanti contrasti, originale spettacolo di danza e arti visive per cinque performer e un abbagliante cavalluccio marino, nato dal talento creativo di Euripides Laskaridis. L’artista greco continua anche in questo lavoro, una coproduzione internazionale che coinvolge molti Paesi europei, a esplorare i temi della trasformazione e del ridicolo, mettendo insieme gli elementi grotteschi con quelli della commedia e dell’orribile. Ispirato dall’ipnotizzante pietra blu, nota per il suo comportamento imprevedibile sotto pressione, Laskaridis crea un nuovo mondo accattivante ed enigmatico, pieno di intriganti dualità. A partire da quel nome, spesso declinato come pietra del cielo, che ha in sé le contraddizioni dell’arte, della bellezza e della vita. Con Angelos Alafogiannis, Maria Bregianni / Eftychia Stefanou, Euripides Laskaridis, Dimitris Matsoukas, Spyros Ntogas. Si replica il giorno 16 alle 19. Durata 75 minuti.

A poco più di un chilometro di distanza, alle 21.30 nel Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale (accesso da piazza del Plebiscito), Alessio Boni, in scena con il Duo Miroirs, ovvero i pianisti Antonello D’Onofrio e Claudio Soviero. è il protagonista di “La Traviata sono io”, un testo sulla nascita dell’opera lirica più conosciuta, amata e rappresentata al mondo che il giornalista Filippo Arriva ha creato, attraverso una scrittura raffinatissima, dalle lettere tra Giuseppe Verdi e Giuseppina Strepponi. La scelta della fonte letteraria francese – “La Dame aux camélias” di Alexandre Dumas figlio – che è alla base del libretto, fu dettata da una possente spinta emotiva autobiografica: il legame sbocciato a dispetto delle convenzioni sociali tra il compositore e quella che sarebbe diventata la sua seconda moglie. Le lettere, soprattutto di Giuseppina, elegante e raffinata signora del bel mondo parigino, saranno per il “contadino” Verdi una vera e propria “educazione sentimentale”, la rivelazione di un crescendo di passione e bellezza. Durata 60 minuti.

Uno spettacolo che nasce dall’esigenza di approfondire attraverso le arti performative le connessioni tra la cultura turca e quella italiana, lavorando sulle suggestioni scaturite dalle possibili contaminazioni. Questo è “exPOST”, ideazione, drammaturgia, regia e azione di Mauro Maurizio Palumbo, in scena alla Sala Assoli il 15 giugno alle 21, dopo il debutto del mese scorso a Istanbul. Partendo dal titolo, che prende spunto dal latino e indica qualcosa “fatta dopo”, si vuole far riflettere sulla storia dell’uomo nelle relazioni temporali, con uno sguardo inevitabile all’attuale iperconnessione che vive attraverso i social network. L’osservazione di relazioni interpersonali e il concetto di alterità sono il motore di un processo creativo in costante divenire. Per ritrovarsi nel volto dell’altro, non più immaginandolo, ma vedendolo come in uno specchio. Contemplando i dettagli, il colore degli occhi, le rughe, le espressioni. La bellezza, dopo, a posteriori, ex post. Protagonisti dello spettacolo, oltre a Palumbo, la danzatrice Sabrina Santoro, il musicista Ciro Riccardi e i figuranti Eduardo D’Orsi, Alessio Palumbo e Dario Tucci. Durata 60 minuti.

Al Tedér-Teatro del Rimedio va in scena infine alle 22, nell’ambito della sezione Osservatorio, “Meat” di Gillian Greer, con Francesca Carrain, Giulio Mezza e Elena Orsini, per la regia di Martina Glenda. Una blogger entra nell’esclusivo ristorante del suo ex, ora chef di prestigio. C’è una resa dei conti da affrontare e un teatro di battaglia nel quale la carne è il simbolo della morte, del perverso gusto dell’uomo di nutrirsi di essa, in un insondabile confronto tra il consumare e il consumarsi. Osservatrice esterna è la cameriera Joe, con il suo percorso culinario al confine con la mostruosità dei sensi. “Meat” è una storia di classe e di consenso in una società capitalistica e patriarcale fondata sulla cultura dello stupro. Stupro della terra, degli animali, della donna. Durata 75 minuti.