NAPOLI – Dal 22 al 25 maggio, alla Galleria Toledo di Napoli, andrà in scena, BARBABLÙ (I. Paura) con Alessandra D’Elia e Julien Ségol, regia, drammaturgia e testo Stéphane Ghislain Roussel
PROJETEN (LU), Galleria Toledo produzioni
con il sostegno di Neimënster – Centre Culturel de Rencontres – Abbaye de Neumünster (LU) e Ministero della Cultura del Granducato di Lussemburgo
BARBABLÙ (I. Paura)
concetto, regia, drammaturgia e testo Stéphane Ghislain Roussel
con Alessandra D’Elia e Julien Ségol, basso lirico
ambiente visivo e costumi Théo Pézeril
creazione sonora Emilie Mousset
musiche Guy Ropartz, Béla Bartókì
la foto è di Théo Pézeril
spettacolo in forma di percorso itinerante per gruppi di circa 25 persone
durata: circa 50 minuti
« I nostri corpi di donne sono castelli di fantasia, ma voglio essere io la padrona del castello»
Spettacolo pluridisciplinare e itinerante, Barbablù (I. Paura) propone di interrogare la contemporaneità del mito di Barbablù attraverso il prisma della paura e della violenza sulle donne. Liberamente ispirata a diverse versioni del racconto – dalla fiaba di Perrault ai testi contemporanei, passando per il film di Méliès – la forma mette in dialogo teatro, opera e arti visive in un percorso in cui il carattere immersivo si intensifica attraverso una concezione di arte totale.
Strutturata in un prologo, tre atti e un epilogo, la drammaturgia, basata su un nuovo testo (in italiano e possibilmente in francese) dell’autore e regista Stéphane Ghislain Roussel, trascina il pubblico in una traiettoria che non smette mai di scrutare il voyeurismo e di interrogare, da angolazioni diverse, la responsabilità individuale e l’inazione collettiva. Lo stile narrativo contemporaneo, nutrito sia di simbolismo che di espressionismo, accentua il percorso della protagonista, che passa dal colpo di fulmine al disincanto fino all’angoscia paralizzante. Gli estratti d’opera, la creazione sonora di Émilie Mousset e l’ambiente visivo e olfattivo concepito dall’artista Théo Pézeril si intrecciano per creare un vero e proprio huis clos.
Poco a poco, il teatro si trasforma in castello, i camerini diventano l’antro dell’orrore, il canto e poi le grida prendono il sopravvento e cancellano ogni possibile traccia di linguaggio razionale. Quale potere ha ancora la parola nella nostra epoca? Come evocare e trascendere la paura (qui, a teatro)? Sono queste alcune delle domande che guidano la ricerca scenica.
Se Barbablù è il nome, spesso subdolo e nascosto, di tante figure dell’eteropatriarcato che oggettificano e violentano i corpi delle donne, annientando ogni possibilità di uguaglianza, la vittimizzazione della donna o la redenzione del mostro non sono le parole conclusive del nostro Barbablù. Qui, al contrario, un’inversione finale dei rapporti di forza conduce a un empowerment della donna.
ORARI
giovedì ore 20.30 (1 TURNO)
venerdì e sabato ore 19.00 e 21.00 (2 TURNI)
domenica ore 18.00 (1 TURNO)
Galleria Toledo
prenotazioni.galleriatoledo@gmail.com
+39 081425824