RECENSIONE – Al Teatro Diana di Napoli, dal 2 al 18 maggio, si chiude in grande stile la stagione 2024/2025 con “Benvenuti in casa Esposito”, una commedia che porta in scena tutta l’anima della risata partenopea con la regia leggera e visionaria di Alessandro Siani e un protagonista d’eccezione: Giovanni Esposito.
Il testo, tratto dall’omonimo romanzo di Pino Imperatore e adattato per il palcoscenico dallo stesso autore insieme a Paolo Caiazzo e Siani, si muove abilmente su quel filo sottile che separa il comico dal grottesco, prendendo di mira – con intelligenza e ironia – gli stereotipi della camorra. La storia ruota attorno a Tonino Esposito, figlio di un boss e aspirante delinquente, che però con la malavita proprio non ci sa fare. E questa sua goffaggine diventa il motore di una narrazione esilarante ma tutt’altro che superficiale.
Siani dirige con mano lieve ma sicura, imprimendo alla messa in scena un tono surreale che non smarrisce mai il senso del racconto. La regia fa spazio al comico senza rinunciare alla costruzione drammaturgica, puntando su immagini che restano impresse – come il fantasma paterno o la figlia che assume un ruolo quasi “coscienziale”. Il risultato è una pièce viva, che alterna risate sonore a momenti più teneri e riflessivi.
Lo spazio scenico firmato da Roberto Crea restituisce con semplicità la quotidianità di una casa popolare napoletana, mentre i costumi di Lisa Casillo scolpiscono i personaggi in quel territorio a metà tra la caricatura e la verità. Il tappeto sonoro curato da Andrea Sannino e Mauro Spenillo accompagna lo spettatore in questo viaggio di risate e redenzione con leggerezza e una punta di nostalgia.
Ma è Giovanni Esposito il cuore pulsante dello spettacolo. Il suo Tonino è un personaggio che avrebbe potuto facilmente scivolare nella macchietta, e invece vibra di umanità: impacciato, buffo, disarmante, riesce a conquistare il pubblico con una prova attoriale calibrata, mai sopra le righe. Attorno a lui si muove un cast affiatato e ben diretto: Susy Del Giudice nei panni della moglie è concreta e intensa, Nunzia Schiano diverte nei panni di una suocera sagace e verace, mentre Salvatore Misticone e Gennaro Silvestro danno vita a due figure opposte ma complementari, tra ironia tagliente e minaccia caricaturale. Carmen Pommella, Giampiero Schiano e Aurora Benitozzi completano il mosaico con precisione e ritmo.
“Benvenuti in casa Esposito” diverte, sì, ma non si accontenta. Dietro la comicità, c’è uno sguardo critico che disinnesca con garbo il mito della criminalità, ridicolizzandolo senza prediche. Si ride – tanto – ma si riflette anche. E a fine spettacolo, tra gli applausi convinti del pubblico, resta quel sapore dolceamaro che solo la buona commedia sa lasciare.