RECENSIONE – Il Teatro Bellini di Napoli si è trasformato in un crocevia di storie e destini con “Extra moenia”, un viaggio teatrale intenso e coinvolgente che porta lo spettatore oltre le mura della quotidianità, in un mondo fatto di incontri, paure, speranze e conflitti.
Ispirandosi alla celebre frase di Pina Bausch, “Danziamo, danziamo… altrimenti siamo perduti”, lo spettacolo si muove con un ritmo fluido e incalzante, portando in scena i frammenti di una giornata qualunque, popolata da personaggi che si intrecciano in un continuo fluire di emozioni e vicende umane. Dalla sveglia del mattino al calare della notte, uomini e donne di ogni estrazione sociale e culturale si ritrovano a condividere lo stesso spazio urbano, in una danza collettiva che racconta il nostro tempo con crudezza e poesia.
La narrazione, priva di una trama lineare, si compone di quadri di vita quotidiana che si alternano con forza e delicatezza: il ferroviere che avvia la giornata, la donna ucraina in fuga dalla guerra, il migrante congolese in cerca di un futuro, il militare che celebra il conflitto, la giovane coppia divisa tra amore e incertezze, la famiglia religiosa, la donna iraniana, i due calciatori del Palermo. In questo mosaico sociale, emergono anche scene di forte impatto emotivo, come lo stupro del branco, il mercato caotico, la lunga lista di divieti, le manifestazioni di protesta e il canto di speranza che si leva tra le macerie della disperazione.
La regia costruisce un affresco potente e vibrante, in cui lo spazio scenico diventa un luogo di passaggio continuo: da un treno affollato a una piazza gremita, da una chiesa a un bar, fino alle strade di una città che accoglie e respinge, avvolta nel caldo, nel freddo, nella precarietà dell’esistenza. Il culmine arriva con la scena del naufragio collettivo, una metafora struggente del nostro presente, dove il mare – simbolo di speranza e di tragedia – diventa il teatro dell’ultima deriva, tra sogni infranti e plastiche che soffocano la vita.
Il cast offre una prova corale di grande intensità, dando voce e corpo a personaggi tanto diversi quanto autentici, sostenuti da una regia che predilige il movimento, il gesto e la coralità. Ogni storia si fonde con l’altra in un rituale collettivo che è al tempo stesso denuncia e celebrazione, un atto teatrale che non lascia indifferenti e che, come la vita, oscilla tra il dramma e la poesia.
“Extra moenia” è un’opera necessaria e viscerale, un affresco teatrale che racconta l’umanità nelle sue contraddizioni più profonde. Uno spettacolo che non si guarda soltanto, ma si vive sulla pelle, con il fiato sospeso fino all’ultimo istante.
Un appuntamento imperdibile per chi cerca nel teatro non solo intrattenimento, ma un’esperienza capace di scuotere, far riflettere e commuovere.