“Stand Up Opera”: Luca De Lorenzo conquista il pubblico

RECENSIONE – Frizzante, è l’aggettivo che meglio descrive lo spettacolo “Stand Up Opera” di Luca De Lorenzo, andato in scena a Sala Assoli Moscato nei giorni 22 e 23 febbraio. All’uscita dalla sala, tutto il pubblico si mostrava leggero, divertito, solleticato, incuriosito, ed, in modo non trascurabile, arricchito. Perché questo fa l’aria frizzante, ti tocca in più punti con arguzia e vivacità.

Il progetto di Luca De Lorenzo (37 anni), talentuoso cantante lirico basso/baritono, è un’esperienza teatrale coinvolgente. In un percorso eccentrico, e con indosso una giacca rilucente da One Man Show, ha raccontato agli spettatori la dimensione quotidiana dei giovani cantanti lirici, oggi, nel 2025. Offrendo una prospettiva tutta nuova, ironica e dissacrante. Lo strumento è quello della Stand Up, cabaret inventato in America, a scena vuota, con occhio di bue sul comico, che si presenta in piedi e al microfono con un monologo. La scena è arricchita dal pianoforte a coda e la presenza del Maestro Fabrizio Romano, collega ironico nei duetti. Con loro in scena anche un simpatico peluche, di nome Bocchi, rinvenuto abbandonato su un set cinematografico, «fallito come lui, ma più colorato». Con grande brio nella pièce, la grandezza della musica classica si unisce alla freschezza della Stand Up.

Il suo desiderio è palpabile, trasmettere ed avvicinare al repertorio operistico. Farlo riscoprire nella sua genialità, contemporaneità dei contenuti e meraviglia della musica. In un linguaggio accessibile, perfetto anche per i più giovani, che però, lui racconta, lo hanno terrorizzato nel suo periodo di supplenza alle scuole medie. Si dichiara sconfitto, nel non essere riuscito a creare un ponte con quelle generazioni che oggi inseguono il trash, la scurrilità e contenuti che elogiano l’ignoranza. Rendendo la musica classica e l’opera distanti, perché poste esattamente all’estremo. Autori immortali e dimenticati, sono contrapposti a quelli attuali, grotteschi ed osannati. Ricondivisi e resi virali sui social, con algoritmi che li diffondono sempre più.

Tra risate sfrenate e coinvolgimenti canori, si inseriscono anche momenti molto intensi che sono vere e proprie dichiarazioni d’amore alla musica classica. Tra tutte si distingue, l’esecuzione al pianoforte, ad opera del Maestro Fabrizio Romano, di Le Gymnopédies del compositore Erik Satie (1888). Momento d’incanto introdotto dalle parole di De Lorenzo: «Non abbiamo più tempo per la bellezza, ora che vi ho qui, vi costringo ad ascoltare». Come anche le esecuzioni canore de Il Barbiere di Siviglia o Li Furbi di Tritto. Mettendo in luce che tanta professionalità non trova spazio nei tempi moderni. Costringendo questi professionisti a vivere l’incertezza di un destino artistico mai delineato.

“Stand Up Opera” conquista il pubblico con un messaggio forte: l’Opera è tutt’altro che noiosa! È genialità, audacia e poesia, e non merita di essere relegata solo a quelli che, nei target statistici, le restano vicini: «Over 85, melomani e “mamme pancine”». Il progetto è valido, il messaggio è forte, le risate sono assicurate ed il testo, scritto a quattro mani con Diego Lombardi, non perde mai il ritmo.

Lo spettacolo è prodotto da Casa del Contemporaneo e la regia è di Gianmaria Fiorillo. Gli effetti sonori sono curati da Lorenzo Pasquotti.