RECENSIONE – Al Teatro Diana di Napoli, Chi è Io? di Angelo Longoni porta sul palco una commedia che intreccia psicoanalisi e spiritualità, esplorando interrogativi profondi sull’identità e sul destino. Lo spettacolo gioca con il confine tra realtà e finzione televisiva, alternando momenti ironici a riflessioni filosofiche.
Il cast, guidato da un eccellente Francesco Pannofino, offre interpretazioni brillanti. Pannofino, nei panni dello psicanalista Leo Mayer, si ritrova dall’altra parte del lettino, analizzato in un contesto che mescola satira e introspezione. La storia parte come un vivace show televisivo per poi trasformarsi in un viaggio nella coscienza umana, tra personaggi emblematici e situazioni grottesche.
Se l’idea è intrigante, la sceneggiatura non riesce sempre a sfruttarne il potenziale. Dopo un inizio coinvolgente, la narrazione si appiattisce, perdendo mordente e rinunciando a un’indagine più profonda. Anche la figura di Dio, evocata con ironia, rimane una presenza marginale anziché spunto di reale riflessione.
A sostenere lo spettacolo è la bravura degli attori, capaci di mantenere vivo il ritmo anche nei passaggi meno incisivi. Chi è Io? diverte e intrattiene, ma si ferma sulla soglia di un’indagine più autentica, lasciando allo spettatore la sensazione di un’opera che sfiora il profondo senza mai tuffarsi davvero