L’anniversario Reloaded: trasformazioni e derive dell’amore nello spettacolo di “Le False Partenze”

RECENSIONE – L’essere umano ha scelto di avere contezza del tempo, e su 365 giorni che compongono un anno, si è deciso che, alcuni giorni più di altri, possano assumere un’importanza diversa. Attraverso l’attesa e le aspettative, questi giorni divengono mete di pensieri ed azioni. E così è stato per Luigi, il protagonista dello Spettacolo “L’anniversario Reloaded” andato in scena al Teatro Il Principe di Varcaturo, lo scorso 21 dicembre, e prodotto dalla compagnia teatrale “Le False Partenze”.

Il teatro, nato nel 2016 su iniziativa dell’attuale direttore Michele Principe, è uno spazio culturale e sociale molto accogliente. Ottanta posti per un luogo di aggregazione che si rivela davvero importante per il territorio. Nel cartellone di questa stagione è stato inserito lo spettacolo “L’anniversario Reloaded” accolto dal pubblico con accorato plauso finale. Il testo è di Gianluca D’Agostino, anche interprete in scena insieme ad Agostino Chiummariello. Lo spettacolo fu presentato, per la prima volta al pubblico, nel 2015. Vinse il bando di “Italia dei Visionari” e fu selezionato per “Nome, cose, teatri 2016”. È stato poi riallestito nel 2022, in questo atto unico per due attori di 75 minuti. Già selezionato al Milano Off Fringe 2022 e al “Catania Off Fringe 2022.

Il testo si presenta davvero interessante per la tematica affrontata e soprattutto per l’ironia con la quale è stata condita. Centrale è la deriva patologica, che può essere anche pericolosa e violenta, della fine di un rapporto amoroso. La scena, curata da Carmine De Mizio, proietta il pubblico all’interno di una stanza disordinata, specchio di una mente altrettanto scompigliata. È il 2 maggio, il giorno del loro anniversario, ma Luigi e Lucrezia si sono lasciati da quattro mesi, per essere precisi è lei ad essersene andata. Proprio in quel giorno, un uomo più grande di lui, forse un amico o un coinquilino, accede in quella stanza per aiutarlo a staccarsi dai ricordi che lo tengono fermo in quell’attesa. Come bloccato su quello scoglio posto in mezzo al mare, sul quale si conobbero al primo appuntamento. («Resterò qui, a sognare di essere lì»).

«Se avessi saputo che l’amore può trasformarsi in sofferenza, non mi sarei mai innamorato». Luigi ripercorre insieme al suo amico molte delle abitudini del vivere quotidiano insieme a Lucrezia: cene preparate, film visti, peluche regalati, momenti di intimità. Con molta cognizione, l’amico, rielabora con lui molti ricordi, tra ilarità e sofferenza, riuscendo a spolverare, mettere ordine e far luce su alcuni momenti che invece dimostrano gli affanni e i compromessi celati in questo amore da lui, adesso, sacralizzato. Cercando di smuoverlo, accantonando tutti quegli oggetti per ritornare a vivere. La sinergia sulla scena tra i due attori, D’Agostino e Chiummariello, è tangibile, i ritmi e le pause, la fluidità del testo, come anche la brillantezza nell’intenzione delle battute. Il personaggio di Luigi, ci fa sorridere, a tratti ci fa tenerezza per lo spaesamento in cui versa, e comprendiamo il suo patimento. Si sente «come un cane abbandonato in autostrada», non ha risposta definitiva alla sua scelta di andare via da lui, lasciandolo. «C’è una differenza tra lo scegliere di stare da soli e lo stare da soli per forza».

«L’amore non ci mette niente a trasformarsi in odio». Mentre lui è bloccato in quel loop temporale, che si ripete da giorni, ogni giorno, per interi mesi, giungono da lontano notizie e segnali della vita di Lucrezia lontano da lui. Sentendo la madre, anziana e malata, si carpisce anche che il loro legame non si è reciso, sente lei ma non lui. Vorrebbe parlarle ancora, avere occasione di dirle e mostrarle il suo cuore spezzato. Anche sentire Alfredo, il suo migliore amico che non sentiva da un anno, non gioverà al suo stato, insinuando ulteriori dubbi e pensieri contorti. Allo stesso telefono giungerà anche la telefonata di Lucrezia, proprio nel giorno del loro anniversario, che però, e purtroppo, si configurerà come la definitiva rottura di quella precaria diga che stava arginando un fiume di tormento in piena. Proprio sul crescendo della narrazione si potrà apprezzare la sagacia del testo di D’Agostino. Senza troppo svelare, la figura dell’amico di Luigi, con fin troppa conoscenza dei fatti, sarà la chiave ed il punto di osservazione di tutta la trama.

Questa produzione della compagnia “Le false partenze” merita di essere apprezzata. La squadra che si compone, oltre ai già citati, anche di Rossella Coppola per il disegno luci, di Rebecca Carlizzi per la fonica, di Federica Del Gaudio per i costumi e Rossella Amato come aiuto regia, è una squadra della quale si percepisce la passione. Sono assolutamente da seguire i loro altri spettacoli e i prossimi.