NAPOLI – Al Trianon Viviani, domenica 17 marzo, ore 20, Giovanni Block in “Retrò”.
Con il titolo ripreso dal suo ultimo album, il cantautore presenterà un repertorio che spazia dalla sua produzione discografica a grandi classici della canzone d’autore italiana e napoletana.
Retrò è un lavoro pop con richiami alla tradizione dei cantautori degli anni ’80, che guarda alla canzone d’autore nella sua forma originaria, ovvero alla fusione alla pari della poesia e della musica.
Block racconta così le rughe di una vita vissuta, solcata da ricordi, pensieri e riflessioni, ma che guarda al futuro. E, tra disillusioni e speranze, nostalgia e lucida analisi, rivendica il proprio diritto a slegarsi dalle mode e seguire un percorso artistico che è anche stile e filosofia di vita, e che affonda le radici in un passato che non è vecchio o sorpassato, come il significato del titolo potrebbe indurre a pensare, bensì che alimenta una creatività senza vincoli e senza tempo.
Gli arrangiamenti si dispiegano tra chitarre leggere, sonorità a tratti folk e tastiere armoniose, lasciando ampio respiro ai testi, parte portante della poetica dell’artista, in cui emergono varî riferimenti musicali e testuali: da Paoli a Dalla, da Gaber a Gaetano, da De André a Guccini, citando Quasimodo e cantando Pavese.
Ospiti speciali della serata la cantante Petra Magoni e il percussionista Paolo Batà Bianconcini.
Sul palco con Giovanni Block (voce, chitarra e flauto traverso), Roberto Trenca (chitarra acustica ed elettrica), Pasquale Benincasa (batteria e percussioni), Vincenzo Lamagna(contrabbasso), Salvatore Torregrossa(pianoforte e fisarmonica), Roberta eMarina Block (cori) e Rosario Copioso (voce recitante).
Il concerto sarà aperto dalla cantautrice Cristina Cafiero, accompagnata dal chitarrista Ernesto Nobili.
La produzione è di WayToBlue production.
Il cantautore, polistrumentista e scrittore, che è tra gli artisti che hanno ricevuto il maggior numero di riconoscimenti da parte del club Tenco, ama mescolare da sempre diverse forme espressive e sorprendere il pubblico. In questo concerto riflette musicalmente sul concetto della melancolia d’amore e del sentimento dell’assenza.
«La “pucundria” – spiega Capossela – è un sentimento vasto e oscuro. Questo stato d’animo, al quale la lingua napoletana ha saputo dare un nome, potrebbe trarre origine dal greco ypochondrios, letteralmente “sotto il costato”. Non è l’ipocondria, la preoccupazione per la propria salute, ma qualcosa che, investendo una sfera psichica ed emotiva, evoca quel malessere che si avverte appunto all’altezza del costato e si diffonde poi nell’animo influenzando l’umore».
«Per la medicina galenica, l’umore era una secrezione all’interno del corpo – prosegue l’artista di origini irpine–. La materia del melancolico proveniva dal fegato ed era la bile nera, che dava un tipo di disposizione cupa, un particolare tipo di depressione. La parola malinconia viene da “bile nera”, dalle parole greche melas (nero) e cholè (bile). I medici arabi ripresero la scuola di Galeno e tradussero bile nera con la parola sawda, da cui la ottomana sevdah, che significava «amore», usata in Turchia, Bosnia e Grecia, nonché saudade, che è quella forma di melancolia del genere fado».
Per Capossela «la melancolia d’amore è tema centrale di molte musiche che hanno a che fare con il sentimento dell’assenza, ma non è la sola: la nostalgia, il dolore del nostos, del ritorno che ripassa dal cuore, è un altro tema ricorrente nelle musiche della bile nera; ed è un’intossicazione, uno struggimento che si può provare anche per una strada, un profumo, un quartiere, e persino per una vita che non si è vissuta, che è, allo stesso tempo, veleno e medicina, così come le musiche che la praticano. Il demone della melancolia ha diversi nomi nelle musiche di assenza in cui si annida: dalkas nel rebetiko, duende nel flamenco e blues nella musica afroamericana.
«Una città sospesa sul mare e fondata da una sirena, come Napoli, conosce bene tutti questi sentimenti – conclude l’artista –; e a questo sentimento, che è anche un modo di esistere, dedico il mio concerto al Trianon Viviani, uno dei templi storici della città: un concerto per strumenti a corde per fare impigliare nelle reti la melas cholè, la bile nera, fino a farla spurgare, come nero di seppia, per scrivere musica col suo inchiostro».
Per informazioni circa l’acquisto del biglietto è possibile contattare il botteghino al numero 081 0128663: i biglietti sono acquistabili presso il botteghino, le prevendite autorizzate e online sul circuito AzzurroService.net.