NAPOLI – In Sala Assoli, dal 9 all’11 febbraio, in scena Daria Deflorian e Antonio Tagliarini scelgono Napoli – dopo Parigi e Madrid – per chiudere il percorso di Sovrimpressioni, straordinaria performance liberamente ispirata a Ginger e Fred di Fellin.
Per sole 3 sere, il duo artistico presenta al pubblico uno speciale riallestimento, reso possibile dal profondo legame di Deflorian/Tagliarini con lo spazio multidisciplinare dei Quartieri Spagnoli. Sabato 10 febbraio, è prevista, inoltre, una giornata di approfondimenti e proiezioni (a ingresso libero), nell’ambito di Altre Visioni, segmento di programmazione sulle relazioni estetiche e materiali fra scena e schermo, curata da Angelo Curti. Si parte alle ore 11.00 con la presentazione del libro Tre film di Rossella Menna (Luca Sossella editore), che raccoglie 5 drammaturgie di Deflorian/Tagliarini dedicate a film di Paolo Pietrangeli, Michelangelo Antonioni e Federico Fellini, a cui segue alle ore 12.00 (e in replica alle ore 18.00) la proiezione del film Siamo qui per provare di Jacopo Quadri e Greta De Lazzaris (trailer), presentato alle Mostra del Cinema di Venezia 2022. Il documentario, nato con l’idea di indagare le interferenze tra la vita intima e quotidiana e la creazione artistica, va alla ricerca del continuo slittamento fra realtà e finzione tipico del lavoro del duo artistico.
«Come facciamo da tempo, attorno ad uno stesso oggetto di studio prepariamo più di un lavoro, in questo caso tre: oltre a Sovrimpressioni, lo spettacolo Avremo ancora l’occasione di ballare insieme e il film-documentario sul nostro percorso di lavoro realizzato con Jacopo Quadri e Greta De Lazzaris, Siamo qui per provare – raccontano Daria Deflorian e Antonio Tagliarini. Che cos’è Sovrimpressioni? Abbiamo rubato il titolo alla splendida raccolta di poesie di Andrea Zanzotto e al suo bisogno di sovrapporre artificio e natura, lingua madre e neologismi, rapporto con le cose e i lampi del pensiero. Tutto questo ci riguarda nel rapporto che da tempo stiamo intessendo tra biografia e finzione, tra le figure che rincorriamo per conoscerci meglio e il presente, lo sfondo storico che preme sulle nostre scelte, le confonde, le smentisce, le conferma. Nel film di Fellini due artisti che non hanno mai sfiorato il successo, Pippo e Amelia, conosciuti per la loro imitazione della famosa coppia Ginger Rogers e Fred Astaire, tornano dopo molti anni ad esibirsi in pubblico in un programma televisivo scoppiettante di banalità e volgarità.
Daria e Antonio, dopo anni di lavori condivisi con altri, tornano in scena come la coppia che li ha fatti conoscere, hanno avuto a loro modo successo, la prolungata vicinanza ha confuso alcuni confini tra i due e nello stesso tempo la lunga convivenza sul palco li ha resi meno amici, più appuntiti nel bisogno di evidenziarsi. Lei non ha una grande simpatia per Giulietta Masina, trova il costume che le hanno messo nel film demodé, ma questa parola che credeva negativa si rivela un’occasione, un traguardo. Scopre che dietro l’irritazione che sente per quella figura femminile così apparentemente docile ci sono punti in comune inizialmente inaspettati.
Lui ha paura di invecchiare, pensava – come Fellini – che sarebbe successo solo agli altri. Trova coraggioso che Marcello Mastroianni si sia fatto diradare i capelli dal truccatore, strappati uno a uno con le pinzette in modo che anche nell’aspetto della pelata assomigli al regista come una goccia d’acqua. Quello che succede in scena scorre tra il momento in cui i due entrano nello spazio da fuori, dal loro presente e quello in cui dopo un’ora si ritrovano invecchiati, non per assomigliare ai due attori o ai due personaggi, ma per assomigliare a quell’età che hanno e che da fuori ancora loro non vedono».
Durante quasi tredici anni di collaborazione artistica pressoché simbiotica, il duo Deflorian/Tagliarini si è imposto in Italia e all’estero come una presenza di assoluto rilievo. Recentemente si è aperta una nuova fase nelle rispettive carriere, con la scelta condivisa, ancorché assai sofferta (anche dal pubblico) di separarsi artisticamente per un periodo: «iniziavamo a condizionarci troppo a vicenda – racconta Daria Deflorian, recentemente diretta in teatro da Nanni Moretti e al cinema da Alice Rohrwacher e Marco Bellocchio –, così entrambi abbiamo sentito il bisogno di staccarci per dedicarci a cose che in quella specifica dinamica, meravigliosa e ormai consolidatissima, non riuscivano trovare spazio».
Info e prenotazioni a 3454679142 oppure assoli@casadelcontemporaneo.it