Al Teatro Mercadante in scena Fabrizio Bentivoglio e Ferruccio Spinetti

NAPOLI – Al Teatro Mercadante, Sabato 27 gennaio alle 21.00 reading teatrale musicale dedicato a Ennio Flaiano ideato da Fabrizio Bentivoglio con Ferruccio Spinetti rispettivamente vocerecitante e contrabbassista di LETTURA CLANDESTINA dall’antologia postuma del grande scrittore abruzzese La solitudine del satiro.

Attraverso articoli di giornali, scritti personali, appunti di vita ironici, profondi, provocatori, Lettura clandestina di Fabrizio Bentivoglio restituisce «la figura di un uomo che come pochi altri ha saputo raccontare l’Italia per ciò che, incredibilmente, ancora oggi è». 

Dopo quello di Nanni Moretti dello scorso 9 gennaio dedicato ai Sillabari di Goffredo Parise, il Teatro Mercadante di Piazza Municipio ospita un nuovo appuntamento in forma di reading per attore sabato 27 gennaio alle ore 21.00.

Protagonista del reading teatrale musicale è stavolta il noto attore di cinema, di teatro e tv Fabrizio Bentivoglio che accompagnato in scena dal musicista di Caserta Ferruccio Spinetti (Piccola Orchestra Avion Travel; Nada Trio; Stefano Bollani Quintet…), omaggia il grande intellettuale pescarese morto a Roma nel 1972.

Andato in scena la prima volta il 2 giugno del 2022 nell’ambito della rassegna la Cittadella degli Artisti di Molfetta (BA) – su coordinamento artistico e distribuzione di Elena Marazzita e produzione AidaStudio Produzioni in collaborazione con Bubba Music in occasione del cinquantenario della scomparsa – il reading Lettura clandestina porta in scena il pensiero di Ennio Flaiano attraverso la lettura di estratti da La solitudine del satiro, raccolta pubblicata postuma, di articoli di giornali, scritti personali, commenti, considerazioni, appunti di vita profondi, provocatori e commoventi dello scrittore, sceneggiatore, giornalista, umorista, critico cinematografico, drammaturgo, specializzato in elzeviri, apparsi nel corso degli anni su settimanali, riviste e quotidiani come Oggi, Il Mondo, Il Corriere della Sera e altri.

E’ stato sceneggiatore, soggettista di decine e decine di film di registi come Fellini, Eduardo, Wyler, Rossellini, Risi, Monicelli, Antonioni, Petri e tantissimi altri.

«Molto citato – si legge nelle note – ma quanto realmente conosciuto? Facitore proverbiale di aforismi tra i più evocati, Flaiano è stato protagonista di primissimo piano della vita intellettuale italiana, soprattutto in quel periodo fecondo che dalla fine della guerra attraversa il boom economico e porta fino alla fine degli anni Sessanta».

«I suoi motti, che ancora oggi punteggiano i social network come gli articoli di giornale, hanno decostruito meticolosamente la società italiana di quel periodo, per raffigurarne con intento satirico i (molti) vizi e le (poche) virtù.

Scomparso prematuramente, non ebbe modo di trasportare oltre la propria statura di laico moralista, oggi citata sì ma poco nota, anche perché di quel tipo di intellettuale si sono perse le tracce al giorno d’oggi».

“Cronista di un mondo distratto”, come Fabrizio Bentivoglio ha amato definire lo scrittore pescarese, ha dichiarato che «pochi mesi prima di morire, ma era da qualche anno che ci pensava, Flaiano aveva cominciato a raccogliere in una cartella dal titolo autografo La solitudine del satiro, alcuni articoli, con l’intento di approntare un libro che potesse servire per… “riuscire a sbrogliare il filo della nostra vita italiana, capire perché in Italia la linea più breve tra due punti è sempre l’arabesco”… così dichiarò in un’intervista dell’aprile del 1972, parlando del libro a cui stava lavorando e che sarebbe stato il suo primo ad essere pubblicato postumo».

«L’intento di questa messa in scena – continua Bentivoglio – è, attraverso lo sguardo di Flaiano su quell’Italia di cinquant’anni fa, poter sbrogliare il filo della nostra vita italiana e arrivare a capire meglio anche questa Italia di oggi».

 

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