NAPOLI – Il Teatro Bellini torna ad illuminarsi, in autunno, con il suo “Piano Be!”. Un progetto che più di tutto vuole contrastare, non tanto il virus, ma l’ancor più letale immobilismo riprendendo il verbo inglese “to be” in quanto essere, «ripensare, riabitare e ricreare». E’ stato presentato, lo scorso 26 giugno, in una corposa diretta sui social seguitissima, a conferma dell’affetto e dell’attesa del pubblico e degli interessati ai lavori, pronti a celebrare questa grande festa del teatro tra ottobre e dicembre prossimi.
Il co-direttore Gabriele Russo presenta il “Piano Be” non come la proposta ridotta di quello che sarebbe dovuto essere ma come un nuovo processo creativo che cerca, nel passato, i semi di quelle esperienze che avevano rappresentato momenti importanti del percorso del Bellini ancora vive di ulteriori potenzialità. Lui stesso commenta: «Al pubblico sarà proposto di partecipare ad un processo creativo in cui tutto diventa drammaturgia: la reimpostazione dello spazio, l’articolazione degli orari, il tipo di spettacoli scelti, il modo in cui vivremo e racconteremo le restrizioni sanitarie traendo vantaggio dal naturale distanziamento garantito dai palchetti e dalla nuova disposizione della platea». Continua il co-direttore Daniele Russo «Non è facile immaginare una ripartenza teatrale con un paese ancora scosso dall’emergenza epidemia ed un settore, il nostro, devastato dalla mancanza di prospettive possibili e, soprattutto, dalla scoperta di non avere alcuna tutela sociale per una delle categorie rivelatasi tra le più fragili. L’arte dal vivo e tuttora in stato d’assedio per colpa di un virus che ha creato un prima e un dopo, e dunque diventa ancora più necessario, per chi guida un’Istituzione Culturale oggi, immaginare nuove prospettive [..] il nostro compito sarà quello di cercare di trasformare ogni esperienza in opportunità, diventando moltiplicatori di economie e di spettatori per contribuire a ricreare una comunità teatrale più forte e solida di quella “di prima”».
54 i giorni di programmazione, 15 spettacoli per 99 repliche in sala grande, 9 spettacoli per 40 repliche al Piccolo Bellini, 9 spettacoli di danza, 9 spettacoli per ragazzi, 8 concerti, circa 150 tra artisti e tecnici impegnati. Appena elencati alcuni numeri di questo grande progetto, che trova in una fitta rete di collaborazioni il vero motore e slancio per la realizzazione degli obiettivi. In parte confermando le precedenti sinergie come quella con Giovanni Block con il suo movimento BeQuiet per la sezione musicale, quella con Manuela Barbato ed Emma Cianchi per la sezione danza e quella con Marinella Pomarici per gli approfondimenti culturali. Stingendo poi importanti alleanze con le realtà, creative ed indipendenti, del Nuovo Teatro Sanità e del Civico14 che, con le limitazioni in essere, rischiavano di vedere interrotto il loro percorso artistico ed imprenditoriale, e si ritroveranno ospiti a gestire la sala del Piccolo Bellini. Altra collaborazione importante, quella con la compagnia il Teatro nel Baule, con una programmazione di nove appuntamenti di teatro per l’infanzia in scena tutti i sabato mattina.
Perfettamente di sintesi le parole di Daniele Russo: «Si può dire, parafrasando il Gattopardo, che non abbiamo cambiato niente per cambiare tutto! Abbiamo cercato di rispondere alle difficoltà del momento e al senso di smarrimento di questo periodo confermando la nostra linea ma sparigliando nella forma, rinforzando e ampliando le nostre collaborazioni e proponendo al nostro pubblico le poetiche, gli artisti e i gruppi che ormai, insieme con il nostro personale percorso artistico, maggiormente ci identificano».