Due fratelli, attori di un piccolo teatro partenopeo degli inizi del Novecento. Sono Massimiliano e Gianfranco Gallo e l’uno abbandona l’altro per “scritturarsi” nella compagnia di Eduardo Scarpetta, tradendo il Teatro di Tradizione in un suo momento di calo. Lo scorso 23 novembre è andato in scena al Teatro Summarte di Somma Vesuviana lo spettacolo “Comicissimi fratelli: il pubblico ha sempre ragione”, scritto e diretto da Gianfranco Gallo. Sul palco, con quest’ultimo e il fratello Massimiliano, anche Bianca Gallo, Gianluca Di Gennaro, Marco Palmieri, Franco Pinelli e Arduino Speranza.
A contraddistinguere le diverse personalità sulla scena il fil rouge di una forte comicità (a tratti quasi esasperata): Bianca è una “miss” inglese desiderosa di assistere alla tragedia “Francesca da Rimini”; Gianluca e Marco sono due attori poco promettenti; Franco Pinelli è il suggeritore della compagnia e Arduino Speranza, seduto tra il pubblico, è un “disturbatore”, ingaggiato in seguito per la rappresentazione scenica. Quanto a Massimiliano e Gianfranco sono i due “comicissimi” fratelli con idee molto diverse sul loro futuro. Lo spettacolo parte con quest’ultimi che interpretano proprio se stessi: Gianfranco ha deciso di lasciare la compagnia di famiglia perché crede che il suo futuro sia la Tv, in quanto da lì «sarà possibile arrivare alle platee che contano, alla massa, ai giovani che rifuggono il teatro, la tradizione e che non sanno che quel che accade su PC e cellulari». Massimiliano invece è convinto della bontà della loro azione artistica e si chiede se sia possibile far rivivere il teatro del passato senza passare nel salotto di Barbara D’Urso.
Lo scontro delle loro idee presenti viene a quel punto proiettato nel passato, offrendo un primo tempo di spettacolo ricco di battute e riflessioni sul teatro in generale, intervallato anche da qualche momento musicale. Nel secondo tempo dominano la scena le immense difficoltà che le compagnie attoriali del Novecento si trovavano ad affrontare a causa della scarsità di attori. Sul finale, i due fratelli, coscienti dell’impossibilità di mettere in scena la tragedia chiesta dalla “miss”, si arrendono chiedendo scusa al pubblico: «Musica maestro – per sdrammatizzare l’insuccesso – ma ‘na musica allegra, pe cantà». Lo spettacolo, estremamente coinvolgente nella sua comicità, suscita intense risate nel pubblico. I lunghi applausi finali rivelano fino all’ultimo inchino grande soddisfazione per la leggera e divertentissima pièce.