Antonio Eudardo Taranto, in arte Nino Taranto è stato un artista italiano completo. Nato nel 1907 a Forcella, nel cuore di Napoli, ha cominciato la sua carriera da giovanissimo. A tredici anni iniziò ad esibirsi al teatro Centrale di Napoli, rivelando subito le sue straordinarie doti di attore. Nel 1927 entrò nella compagnia di sceneggiate Capiero-Fumo, e l’anno seguente iniziò ad avvicinarsi alla sceneggiatura. Partì per gli Stati Uniti e tornò con mille dollari che investì per finanziare la sua prima compagnia di varietà. Fu scoperto da Anna Fougez che lo fece recitare nella rivista (teatro Rivista). Lì conobbe Titina De Filippo ed altri grandi interpreti del teatro napoletano. Delle sue straordinarie macchiette, vale la pena menzionare quella di Ciccio Formaggio, un ometto sfortunato e tradito dalla fidanzata. Altre famose interpretazioni furono Mazza, Pezza e Pizzo e Quagliaruolo se ne va.
Negli ultimi anni della sua carriera recitò al fianco di Luisa Conte e del fratello Carlo.
Nino Taranto, dal teatro alla televisione, passando per la radio
L’esordio cinematografico di Nino avvenne nel 1938, recitando in Nonna Felicita di Mario Mattoli. Poi fu la volta di Anni facili di Luigi Zampa, per cui si aggiudicò il Nastro d’argento. Ma la sua comicità fu espressa a pieno insieme a Totò, di cui fu spalla in molti film: Totòtruffa 62, Totò contro Maciste e Il Monaco di Monza.
La carriera di Nino Taranto fu anche nel settore radiofonico. La sua verve comica fu impiegata per molti varietà: L’occhio magico, Rosso e nero, Fermo posta, Chicchirichì e Il fiore all’occhiello di cui fu presentatore. Fu il protagonista di altre commedie come Mettiamo le carte in tavola, L’imbroglione onesto e tante altre.
Nel 1955 partecipò al festival di Napoli con la canzone ‘O ritratto ‘e Nanninella. Partecipò anche al Giugno della Canzone napoletana e ad altre manifestazioni canore.
La carriera di Nino Taranto, non si esaurì con la radio e la musica, ma si completò con le sue numerose partecipazioni in televisione.
Alla sua morte, avvenuta nel 1986, la RAI gli dedicò Taranto Story, una monografia in quattro puntate.