Il Teatro Cilea vero hub della cultura

Passione e modernità, tradizione e spinta all’innovazione, fascino e mistero: tutto questo è il Teatro Cilea. Dopo l’avvento della squadra di Tunnel Produzioni il teatro protagonista della stagione teatrale campana con un numero incredibile di spettacoli: cogliendo il segno dei tempi; aprendosi a collaborazioni; organizzando attività culturali di vario genere.

Il teatro della molteplicità e dell’inclusione, della tradizione e della sperimentazione. Passione e modernità, tradizione e spinta all’innovazione, fascino e mistero: tutto questo è il Teatro Cilea, il teatro della comicità e della città per la sua posizione centrale e l’indissolubile relazione che si è creata con la storia della gente e con i suoi storici artisti, con il tessuto sociale del quartiere Vomero e con il suo sviluppo culturale. Il Cilea ha superato i 45 anni dall’inaugurazione e si configura oggi come molto più di un teatro: epicentro della formazione attoriale campana, teatro di rilevanza nazionale, il Cilea è oggi un centro culturale vivo, che utilizza come principale potenzialità la sua storia, e il prestigio dei suoi spazi.

Era il 1975 quando il Comm. Giuseppe Scarano, famoso impresario napoletano gestore del Teatro Politeama Giacosa al Monte di Dio, riuscì ad aggiudicarsi la gara di assegnazione, da parte dell’Istituto per ciechi Domenico Martuscello, del Teatro Cilea, la sala vomerese nata come auditorium della scuola di musica per i ciechi, divenne un teatro di prosa a tutti gli effetti. Ed oggi dopo quasi cinquanta anni di assidua produzione il Cilea si estrinseca attraverso un’attività multiforme, che trova il proprio culmine nella grande stagione di pura comicità, ma ospita centinaia di eventi diversi e tutti importanti.

 Il rito

Ogni sera in teatro si celebra un rito, quello dello spettacolo. Vocazione del Cilea non è solo dar spazio alla comicità e alla leggerezza ma anche quella di ospitare i grandi allestimenti, i grandi testi della drammaturgia di tradizione; i grandi attori, e i grandi registi. Le stelle più luminose del firmamento della scena brillano al Cilea. Senza dimenticare il teatro contemporaneo, le scritture più curiose, gli spettacoli più intimi. Passeggiare fra le file  del teatro è come leggere un libro cosparso di nomi immortali. Tutti gli oggetti raccontano una storia, le singole fibre rosse di tessuto di cui sono composte poltrone e sipario …o particelle di legno sono stati testimoni di memorabili eventi. Poi il rito termina. Ogni sera il teatro cessa di essere se stesso. Ma non si perde mai. Come un corpo, anche di notte respira e trasmette tutto intorno la magia. Il Cilea guarda da sempre al futuro, tenendo ben presente la sua storia come inestimabile ricchezza. Riafferma il suo ruolo di tempio della comicità, e teatro della città alla quale si vuole offrire come insostituibile punto d’incontro. Perché il Cilea, a Napoli, è divertimento a teatro, e teatro che diventa divertimento …ma è anche tanto altro.

La comicità innata

Una vigorosa vocazione all’intrattenimento e alla leggerezza che se è possibile diviene ancora più forte con l’avvento – avutosi nel 2017 – del nucleo di Made In Sud ai vertici del Teatro (Mario Esposito Direttore Generale e Nando Mormone Direttore Artistico) dopo due allegri e fertili anni sotto la direzione artistica di Biagio Izzo che ha definito il Cilea “Il teatro ideale dove poter concepire, organizzare e sviluppare idee e bisogni artistici. Dove accogliere grandi attori, italiani, o dove scoprire gli emergenti”. Degli anni con Biagio Izzo sono diverse e policrome le occasioni di crescita che si sono susseguite prime fra tutte le importanti produzioni di spettacoli di successo, quali “Io, senza giacca e cravatta” di e con Nino D’Angelo e “Bello di papà” scritto e diretto da Vincenzo Salemme con Biagio Izzo.

Cilea Academy

Altro tassello fondamentale per la crescita della Sala di Via San Domenico è la nascita nel 2015 della scuola di recitazione del Teatro Cilea: la Cilea Academy diretta dal grande Lello Arena. Un realtà dinamica e fertile quella della scuola di recitazione: “É con grande gioia che abbiamo dato lustro alla Cilea Academy – afferma Mario Esposito– una realtà che si configura come  fucina di nuovi talenti e luogo di aggregazione per creare una nuova generazione di artisti e, più in generale, per riavvicinare i giovani al teatro e all’arte. Un progetto formativo che, facendo tesoro dell’esperienza delle accademie di tradizione, intercetta e interpreta il cambiamento dei tempi e le mutate necessità degli aspiranti professionisti del Teatro; un luogo in cui alla didattica viene affiancato un percorso di lavoro e di ricerca caratterizzato da obiettivi concreti, un luogo in cui si da spazio alle idee degli allievi, in termini di creazione letteraria, scenica, audiovisiva con l’obbiettivo di formare i giovani a 360 gradi in tutte le discipline dando loro gli strumenti necessari ad avvicinarsi al mondo del teatro e a tutto ciò che ne fa parte”. Fondamentale per la crew del Cilea formare gli spettatori del domani intensificando le attività di formazione, alla ricerca di una vera e propria rete. “Creare nuovi talenti e nuovi estimatori e spettatori dello spettacolo dal vivo è uno dei nostri punti di partenza – afferma Mario Esposisto – “il pubblico negli ultimi anni è cambiato molto, è divenuto certamente più esigente, sa cosa va a vedere e non va a teatro solo con lo scopo di passare del tempo. Il nostro pubblico capisce quando si trova difronte uno spettacolo di qualità. Proprio per questo non perseguiamo la qualità dalle performance e delle parti in causa sempre e comunque, nonostante lo sforzo che oggi richiedere fare teatro o addirittura produrre uno o più spettacoli” Dato che mai come ora c’è bisogno, di una padronanza e conoscenza che renda onore alla profonda dimensione umana delle arti sceniche, un contatto vitale e non solo virtuale. La nostra generazione – spesso legata in maniera feconda a certi esponenti di quella precedente – ha risposto a quest’esigenza creando negli anni un fitta officina di sperimentazione delle pratiche, che vede nell’incontro tra spettatori – e tra spettatori ed addetti ai lavori – il tesoro più prezioso. Le esperienze formative sono sempre tali per entrambi i termini della comunicazione. E allora si sono moltiplicate le occasioni.
Dai laboratori condotti all’interno delle università a progetti ancora più strutturati fino a seminari intensivi, redazioni intermittenti, convegni partecipativi e percorsi formativi nelle scuole, gli esempi sono numerosi e incredibilmente differenziati. A questa nuova esigenza risponde anche il Cilea sempre in prima fila sul piano della ricerca di nuove metodologie atte a creare una nuova generazione di attori e di spettatori. Anche nel campo della formazione una fusione di tradizione ed innovazione: alla direzione della Cilea Academy abbiamo detto il grande Lello Arena: quarant’anni di carriera ed un nome che, nell’ambito dell’innovazione nella tradizione, è una vera garanzia. La sua comicità appartiene al filone della “nuova comicità napoletana”, portata alla ribalta nella seconda metà degli anni Settanta dal gruppo teatrale La Smorfia e di cui Lello è uno dei principali esponenti insieme a Massimo Troisi ed Enzo Decaro. Lello Arena, con il suo gruppo di docenti, è il supporto imprescindibile per il percorso didattico e lavorativo che deve essere affrontato degli allievi dell’accademia di attori del Ciea. Ad affiancarlo (per il canto e la tecnica vocale) troviamo Enzo Avitabile, colui che si è sempre distinto per il suo sguardo particolare ed inedito, attraverso un sound assolutamente personale, mai comune. Fra conservatorio e pop, ritmo afro-americano, musica antica, zeza e canto sacro, il cantautore napoletano darà contributo edificante alla preparazione strumentale e musicale degli allievi. Per il settore coreutico, il movimento coreografico e l’arte scenica in opera Fabrizio Mainini, danzatore di fama e coreografo televisivo e teatrale. Nell’immaginario collettivo uno dei re della danza in TV. Talentuoso, energico, ballerino dalla tecnica impeccabile, partner delle più grandi showgirl, esempio per migliaia di ragazzi che vogliono essere come lui (fra i più recenti lavori le coreografie per Made in Sud, per l’ultima edizione del Festival di Sanremo, Tale e quale show e I Migliori anni). Mentre la sezione della comicità, voluta, ideata e quindi diretta da Nando Mormone, papà di Made in Sud. Assolutamente motivato e determinato a selezionare nuovi talenti che entreranno nella nuova accademia e che avranno la concreta occasione di lavorare e collaborare con un professionista che nella sua carriera ha avuto il merito di scoprire tantissimi talenti da Simone Schettino ad Alessandro Siani, Gigi e Ross, Gino Fastidio e gli Arteteca. Con Ficarra e Picone ha un rapporto fraterno, loro dicono di aver scoperto lui e Nando risponde il contrario. Una gag che si ripete da circa 20 anni”. A proposito dall’essere attore ed artista a Napoli in una intervista di qualche tempo fa Mormone dichiarava “A un ragazzo con una storia come la mia direi: “Se ce l’ho fatta io rimanendo a Napoli, ce la puoi fare anche tu”. Non sono d’accordo con il “fujtevenne” eduardiano”. Insieme all’inventore di tanti format comici di grande successo, gli allievi avranno modo di studiare, sperimentare, ricercare e mettere in pratica le regole, i generi e tutti i segreti relativi alle varie tecniche comiche per un curriculum artistico completo e multivalente.

Il percorso dell’Academy è strutturato in un Triennio di studi, con frequenza tri-settimanale . Durante i tre anni vengono organizzati periodicamente degli Open Factory, degli stage con grandi Maestri della scena nazionale e internazionale, che si mescolano agli allievi della Academy.  La qualità dell’insegnamento dell’Academy e lo stretto rapporto vissuto dagli allievi con la realtà produttiva del Teatro Cilea e della Tunnel Produzioni favorirà, nel corso degli anni, l’inserimento nel mondo professionale, teatrale e cinematografico di un gran numero di diplomati.

La restaurazione e la Tunnel Produzioni

È Dal 2017 con la restaurazione – la trasformazione firmata Tunnel Produzioni – che il Cilea assume ancora un nuova fisionomia, inizia un nuovo corso e apre definitivamente le porte alla sua gente e alla sterminata cultura napoletana ponendola come baluardo della programmazione,

La famiglia di Made in Sud capitanata da Nando Mormone  e Mario Esposito prende le redini dello storico teatro vomerese. Una vera e propria rivoluzione preannunciata da Mormone ed Esposito, che si è concretizzata non soltanto attraverso spettacoli  nel senso tradizionale del termine, ma anche in tante altre attività legate al mondo dell’arte. L’intento è stato quello di avvicinare e riportare i giovani a teatro ed in effetti in questi primi lampi della nuova gestione gli abbonati sono aumentati e la frequentazione giovanile non è stata mai così vivace. Mormone ed Esposito: i creatori della formula ‘Made in Sud’, la stessa coppia artistica che da una felice intuizione  ha portato il cabaret alla tv nazionale introducendo gloriosamente la sua schiera di comici partenopei, gli stessi comici che ora animano – da protagonisti – anche le locandine cinematografiche. La stessa coppia che gestisce ora – da proprietari – il palcoscenico del Vomero che continua ad  ospitare nomi noti della tradizione napoletana e nazionale che  propone  non solo spettacoli di matrice napoletana ma anche eventi performativi di interesse nazionale senza dimenticare i grandi concerti e le produzioni proprie.

Ed è tutto un gran varietà.

Un teatro divenuto magica giostra sfavillante… di colori, suoni e forme, un grande contenitore di allegria poesia e varietà. Perché in effetti il varietà è proprio questo, una grande scatola colorata di lustrini e trastulli – il termine è francese – e veniva usato in mezza Europa per definire la stessa tipologia di intrattenimento: uno spettacolo d’arte varia, in cui si alternano diversi numeri di musica, circo, magia, comicità, spesso senza nessun filo conduttore. Attualmente con il termine varietà ci si riferisce genericamente allo spettacolo leggero, includendo anche parte di ciò che è venuto prima e dopo del varietà vero e proprio, come music-hall, café-chantant, rivista, avanspettacolo, commedia musicale, cabaret, ecc. A noi a quello riporta alla mente il Cilea …ad un grande e spensierato varietà, partendo dal palcoscenico a finire alle risate che animano sempre le serate che si va in scena.

Il Teatro di Varietà, nato con noi dall’elettricità, non ha fortunatamente, tradizione alcuna, nè maestri, nè dogmi, e si nutre di attualità veloce. Il Teatro di Varietà è assolutamente pratico, perché  si propone di distrarre e divertire il pubblico con degli effetti di comicità, di eccitazione erotica o di stupore immaginativo. Gli autori, gli attori e i macchinisti del Teatro di Varietà hanno una sola ragione d’essere e di trionfare: quella d’inventare incessantemente nuovi elementi di stupore. Da ciò, l’impossibilità assoluta di arrestarsi e di ripetersi, da ciò una emulazione accanita di cervelli e di muscoli, per superare i diversi records di agilità, di velocità, di forza, di complicazione e di eleganza. (Manifesti del Futurismo, Il Teatro di Varietà – Filippo Tommaso Marinetti)

Suggestioni…fra spettacolo e avanspettacolo

Le ultime immagini in bianco e nero di uno sgangherato western scorrono svelte sul grande schermo fino ad incorniciare la scritta “The End” sottolineata da un travolgente crescendo musicale… in un lampo con l’accensione delle luci in sala un colorito e cigolante sipario rosso si richiude al suono stridente di una mancata e salutare oleazione, il fumo in sala è così denso che lo si potrebbe tagliare con un coltello il chiacchiericcio si fa sempre più consistente e fastidioso quando nel golfo mistico, buca dell’orchestra, prendono posto i quattro canuti musici che si sforzano nel mettere insieme crome e biscrome: una tromba -arrochita dagli anni e dalle bronchiti di chi la strapazza squarcia le recondite armonie  grazie disumani acuti- mentre il batterista sfoga i suoi malumori quotidiani sui rullanti e sui piatti del charleston tutti pronti per una nuova avventura musicale in attesa dell’attacco del maestro, attacco che non tarda ad arrivare. D’un tratto una lama di luce livida investe la buca, le luci in sala si spengono, il chiacchiericcio si attenua, le luci multicolore della ribalta si accendono e dopo un’intesa collegiale parte la sigla musicale benaugurante: un motivetto svelto, allegro, orecchiabile. Il sipario scarrucola lentamente lo spettacolo ha inizio; va in scena l’avanspettacolo.